Reddito di cittadinanza sospeso a 100 mila famiglie: non hanno integrato la domanda

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Il reddito di cittadinanza sarà sospeso a circa 100mila famiglie che non hanno integrato la domanda entro il 21 ottobre, come previsto dalla legge e come richiesto dall’Inps a partire dal 4 ottobre.

Quante famiglie non hanno risposto all’avviso

Attualmente ricevono il Rdc 943mila nuclei familiari. L’istituto previdenziale aveva inviato un avviso via sms a 520mila famiglie, ovvero quelle che avevano inviato la domanda a marzo, utilizzando un modello che poi è stato successivamente cambiato. Secondo quanto riporta il Corriere, all’avviso ha risposto l’80-81% della platea interessata e, di conseguenza, il 19% (quasi 100mila famiglie) dovrebbe non ricevere temporaneamente il sussidio da questo mese. Tra queste ci sono circa 53mila famiglie di extracomunitari per le quali le richieste alle quali adempiere erano più complesse sotto l’aspetto burocratico.

La sospensione del Rdc non è definitiva

La sospensione però non è definitiva. Come ha spiegato Marco Pellegrini, senatore del M5s, membro della commissione Bilancio “chi, per tale motivo, si fosse visto bloccare il versamento del beneficio non solo se lo vedrà riconoscere nuovamente una volta presentati questi documenti ma, laddove necessario, si troverà a prendere gli arretrati”. Anche l’Inps il 4 ottobre ha fatto sapere che “per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione”.

Perché deve essere integrata la domanda

L’Inps il 4 ottobre ha spiegato che l’integrazione è necessaria perché le prime domande sono state presentate, a partire dal 6 marzo 2019, utilizzando un’istanza poi cambiata il 2 aprile 2019, a seguito delle modifiche apportate dalla legge di conversione del decreto legge istitutivo.

Cosa bisogna comunicare all’Inps

Chi ha ricevuto il messaggio dell’Inps deve siglare due dichiarazioni. Con la prima si attesta di non essere soggetto a misure cautelari né a condanne definitive negli ultimi 10 anni. Nella seconda occorre dichiarare che in famiglia non ci sono disoccupati per dimissioni volontarie. Regole ancora più stringenti per i cittadini extracomunitari che devono presentare una certificazione delle autorità dello Stato di provenienza tradotta in italiano e bollata dal consolato per accertare il possesso dei requisiti.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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