Marano, il “percolato” nella fogna. Spieghiamo all’assessore De Nigris il significato del termine e i rischi

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Rinfreschiamo la memoria e proviamo ad insegnare qualcosa all’assessore all’Igiene Marinella De Nigris, che oggi ha minimizzato – attraverso media quanto meno compiacenti – cosa è accaduto nel deposito attiguo all’isola ecologica. Non solo ha minimizzato ma si è permessa pure di offendere il nostro lavoro. Persino il dirigente Di Pace, accorso sul posto, ha dovuto ammettere la gravità della cosa. Ora, però, si attendono provvedimenti, contro la ditta in primis ma soprattutto contro coloro, comunali, che dovevano vigilare e non lo hanno fatto.

Partiamo dal significato di organico e percolato.

Il termine percolato, inteso (non esclusivamente) nell’ambito delle scienze ambientali, definisce un liquido che trae prevalentemente origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. In misura minore è anche prodotto dalla progressiva compattazione dei rifiuti. Il percolato prodotto dalle discariche controllate di rifiuti solidi urbani (R.S.U.) è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici, derivanti dai processi biologici e fisico-chimici all’interno delle discariche.

Per legge, il percolato deve essere captato ed opportunamente trattato nel sito stesso della discarica o trasportato in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi. Il sistema di captazione consiste in una serie di tubi fessurati immersi in uno strato di ghiaia drenante appena al di sopra dello strato di impermeabilizzazione.

Definizione organico o umido.

La frazione organica, ovvero quello che tutti noi chiamiamo organico umido, è composta principalmente da scarti vegetali per la preparazione dei pasti, dagli avanzi di cibo ma anche da fazzoletti di carta e asciugatutto da cucina così come dalle bustine del thè. Solitamente rappresenta la prima componente dei rifiuti con una percentuale di circa il 25-30% sul totale dei rifiuti prodotti dalle famiglie e probabilmente è la componente dei nostri rifiuti più facile da riciclare in quanto il suo ciclo di vita è molto breve. Dal momento della raccolta possono passare appena 6 mesi per la trasformazione negli impianti di compostaggio del nostro “rifiuto organico” in compost utilizzabile nei nostri giardini ed orti o come ammendante nel settore agricolo.

Prima dell’introduzione della raccolta differenziata, “l’organico” veniva conferito in discarica dove la sua presenza causava due principali problemi:
– produzione di metano
– formazione del percolato.

Durante i processi di decomposizione in assenza di ossigeno, a cui l’organico è sottoposto in discarica, si riscontra la produzione di metano, il quale oltre ad essere facilmente infiammabile e quindi pericoloso è causa, insieme all’anidride carbonica, dell’effetto serra. Il metano però ha un potenziale (GWP = Global Warming Potential) superiore di circa 25 volte rispetto all’anidride carbonica.

“Cosa significa? Che 1 molecola di metano provoca un effetto serra pari a quello provocato da 25 molecole di anidride carbonica.”

Proprio per questi motivi negli ultimi anni si è passati alla costruzione di discariche provviste di sistemi di captazione del metano in modo da poterlo utilizzare come biocombustibile e avviarlo al recupero energetico producendo energia elettrica o termica.

La componente organica dei nostri rifiuti è composta per circa l’80% di acqua. Durante i processi di fermentazione a cui l’organico è sottoposto nelle discariche la componente idrica percola negli strati della discarica fino a raggiungere il terreno e continuando il suo cammino verso il sottosuolo fino a raggiungere le falde acquifere. Durante il suo tragitto, sotto l’effetto della forza di gravità, il “percolato” si arricchisce di sostanze che incontra negli strati che compongono la discarica.

Spesso il percolato contiene sostanze nocive e inquinanti per le falde acquifere che sottostanno alla discarica, e proprio per questo motivo, nel corso degli anni si è provveduto all’impermeabilizzazione del fondo della discarica con materiali isolanti e alla costruzione di sistemi di raccolta del percolato in modo da poterlo portare poi agli impianti di depurazione.

Fatta chiarezza sui termini, ci permettiamo di dare un consiglio alla De Nigris: si occupi di cose e di materie di cui ha (presunta) conoscenza.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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