Marano, beni abusivi e confiscati: si è fermata la giostra nonostante le sollecitazioni del pm Di Mauro. Dallo scorso aprile nessun passo in avanti

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Era lo scorso 13 aprile quando il pm Maria Di Mauro, in forza alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, strigliò il sindaco Visconti e la giunta affinché si dessero una mossa sul fronte dello sgombero dei beni abusivi (già acquisiti dal Comune) e dei beni confiscati da assegnare ad associazioni e sfrattati. La sollecitazione arrivò in pubblico, nel corso dell’inaugurazione di una casa famiglia, Casa Donna Maria, sorta in una struttura confiscata a un importante esponente del clan Polverino. “Comprendiamo le difficoltà – spiegò il magistrato impegnato nella lotta contro i clan di Marano – ma se c’è la buona volontà si può superare ogni ostacolo”. Parole pronunciate davanti a Visconti e ai vertici dell’Arma dei carabinieri.

Da allora, però, nulla è stato fatto. Per quanto concerne i beni abusivi, il Comune aveva fissato una data: 30 aprile 2019. Da quel giorno in poi dovevano essere sgomberati gli appartamenti occupati illegalmente (con iter giudiziari già archiviati) di via Platone, via Mallardo, via Sant’Agostino e via Romano. Nulla è stato fatto. Dal Comune sostengono che il comitato per l’ordine e la sicurezza non si è ancora riunito. Motivo? E’ stato richiesto l’ennesimo aggiornamento sullo stato dell’arte.

Per i beni confiscati (più di 100) stiamo messi ancora peggio. L’ente cittadino è ancora nella fase di catalogazione delle strutture di sua proprietà, alcune delle quali sarebbero state rioccupate illegalmente. Per altre vicende – vedi alla voce via Dora – il mistero si è addirittura infittito. Dal Comune riferiscono che il bene è stato destinato ai carabinieri di Marano direttamente dall’agenzia nazionale per i beni confiscati. Molte case, secondo gli ormai triti e ritriti annunci, dovevano essere utilizzate per l’emergenza abitativa. Ce ne sono già di pronte per l’utilizzo, vedi alla voce parco del Sole in via Marano-Pianura. Ma tutto tace o si è arenato. Motivo? Per 31 beni mancherebbe la relativa trascrizione nei registri della conservatoria degli immobili confiscati. Su questo punto, però, c’è divergenza di opinione tra la stessa Agenzia Nazionale e l’ufficio in cui si trascrivono gli atti.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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