Sant’Antimo, gli ispettori della prefettura alle prese con il bilancio e le gare d’appalto

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Con riferimento alla delicata questione degli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazione della malavita organizzata, sono stati elaborati dalla giurisprudenza vari indici che possono attestare la presenza di situazioni d’inquinamento mafioso o criminale in genere. In particolare, situazioni sintomatiche possono essere ravvisate laddove vi sia:
– la costante frequentazione di pregiudicati;
– l’esistenza di precedenti penali per gravi fatti di corruzione in capo agli amministratori locali;
– l’inefficienza dei servizi offerti dagli enti locali;
– la carenza di controlli e trasparenza nell’erogazione di benefici economici;
– dissesto finanziario;
– la mancata riscossione dei tributi o gravi irregolarità nel rilascio di autorizzazioni e licenze amministrative;
– costante e perdurante deviazione degli uffici comunali di edilizia e urbanistica dai compiti d’istituto;
– irregolarità o mancanza di trasparenza nell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani o altri appalti;
– la mancata costituzione di parte civile del Comune in processi penali a carico di esponenti della criminalità organizzata locale;
– la concessione di contributi a soggetti affiliati.

Di regola, quindi, la commissione di accesso che si insedia presso un Comune ne verifica lo stato di salute economico-finanziaria. In una recente relazione pubblicata sul sito del Ministero dell’Interno, è emerso che i comuni sciolti versano in condizioni di deficit finanziario che acuiscono ancor più i rischi di vulnerabilità rispetto ai tentativi di infiltrazione mafiosa. Le stesse commissioni d’indagine hanno  evidenziato che gli squilibri finanziari sono, almeno parzialmente, dovuti ad anomalie e/o irregolarità in materia di imposizione e  riscossione tributaria, spesso concretizzatesi in  mancati introiti per i comuni. Una  gestione non oculata dell’ente locale da parte degli amministratori, alla quale segua la dichiarazione  di dissesto finanziario, comporta una serie di  effetti sicuramente  “negativi” per la  popolazione. Infatti, oltre alle evidenti ricadute in termini di limitati margini di spesa  – con  prevedibili riflessi sulla quantità e qualità dei  servizi offerti alla cittadinanza  –  è previsto  che aliquote e tariffe di base delle imposte e  tasse locali siano fissate, da parte dei consigli  degli enti, nella misura massima consentita, con  ulteriore aggravio per i cittadini contribuenti.

Quindi, con ogni probabilità, questi saranno dati che verranno analizzati e valutati dalla Commissione di accesso che da qualche tempo si è insediata presso il Comune di Sant’Antimo.

Un mese fa il Consiglio Comunale votò a favore dell’approvazione del bilancio di previsione senza parere del responsabile del settore finanziario e col parere negativo dei revisori dei conti. Per venerdì i consiglieri comunali di maggioranza potrebbero votare favorevolmente il rendiconto di gestione col parere negativo dei revisori dei conti. Negli ultimi due anni si sono avvicendati quattro responsabili del settore finanziario, alcuni dei quali suggerivano, peraltro, a detta dello stesso sindaco, di tutelare l’Ente con la dichiarazione di pre-dissesto. Quanto accaduto col bilancio di previsione non è certo attribuibile ad un atteggiamento poco collaborativo dei revisori dei conti, così come sostenuto dall’assessore al bilancio Damiano, ma è da ritenersi uno degli effetti conseguenziali dell’iter procedurale della selezione ex art. 110 Tuel per il ruolo di responsabile del settore finanziario.

In materia di appalti, inoltre, non sono mancati i problemi per l’Amministrazione Russo.

– Sui social viene diffuso un ordine di acquisto di una fascia per il presidente del consiglio per conto del Comune di Sant’Antimo a firma di un tale dottore Domenico Lorusso. A seguito di accesso agli atti, si è accertato che nessun Domenico Lorusso è impiegato presso il Comune di Sant’Antimo. Ancora oggi l’Amministrazione non ha chiarito l’episodio. L’opposizione consiliare ha invece negli anni denunciato la presenza del figlio del sindaco anche ai tavoli istituzionali e negli uffici del Comune. Ha anche denunciato che nel parcheggio della casa comunale entrano sempre molte macchine pur non avendone titolo e molti avrebbero il telecomando del cancello di ingresso in modo del tutto abusivo.

– Parenti di assessori, consiglieri, hanno ricevuto incarichi al Comune di Sant’Antimo attraverso procedure e atti contestati ma avallati dalla segretaria comunale. Giovani che, ad esempio, erano stati selezionati per svolgere progetti per il servizio civile venivano utilizzati negli uffici per colmarne le carenze e sulla base di questa già di per sé grave irregolarità venivano assunti con contratti di 6 mesi presso il Comune. La compagna del consigliere Petito partecipava alla selezione per capo staff per il quale era previsto come requisito la laurea in giurisprudenza. Pur non avendo tale requisito, veniva ritenuta idonea e si piazzava al secondo posto nella graduatoria. Questo le permetteva di avere l’incarico di supporto al Rup del settore finanziario in quanto la sola ad avere la laurea in economia in quella graduatoria. Per alcuni non doveva esserci in quanto riservata ai laureati in giurisprudenza.

– Progetto Jessica: nonostante alcune varianti al progetto originario, l’Amministrazione Russo non ha mai posto in essere alcuna azione finalizzata a chiarire alcuni aspetti che l’attuale sindaco, da candidato nel 2017, denunciava sui palchi e sui social in merito ai subappalti non autorizzati, alla polizza bulgara. In campagna elettorale l’allora candidato a sindaco Russo preannunciava che, in caso di vittoria, avrebbe inviato tutti gli atti alla procura e alla corte dei conti.

– Prima di dimettersi da vicesindaco, il dottore Antimo Pedata protocollava una richiesta di relazione al responsabile settore lavori pubblici e responsabile settore finanziario (l’ingegnere Claudio Valentino). L’ex vicesindaco chiedeva conto dell’azione dell’ingegnere Valentino che, attraverso il ricorso agli affidamenti diretti, avrebbe incaricato sempre i soliti professionisti e le solite ditte, arrecando, a detta dell’ex vicesindaco, un danno al bilancio dell’Ente e un vantaggio solo per se stesso. In questa nota lo stesso vicesindaco Pedata definiva Valentino il deus ex machina della amministrazione Russo.

– In merito alla ditta aggiudicataria del servizio di igiene urbana, il Consorzio Cite, l’attuale coalizione prometteva in campagna elettorale una celere risoluzione del contratto e la riduzione del costo del servizio. Prima di addivenire alla risoluzione del contratto solo 4 mesi prima della sua naturale scadenza, dopo oltre un anno e mezzo di crisi del sistema di raccolta, il Comune commissionava ad un professionista una relazione dalla quale emergevano dei costi impropri sostenuti dall’Ente negli ultimi anni. L’Ente non ha mai attivato alcuna procedura al riguardo. Lo stesso professionista ha protocollato nel mese di aprile il nuovo piano finanziario propedeutico alla nuova gara per il servizio di igiene urbana che dovrebbe garantire un notevole risparmio ai cittadini. Ad oggi non risulta ancora approvato in giunta. È prevedibile una proroga dell’affidamento del servizio di igiene urbana all’attuale gestore.

– La sorveglianza delle ville comunali è stata affidata, sembrerebbe senza alcun avviso pubblico, all’associazione culturale Logos. L’opposizione denuncia da tempo pratiche familistiche e clientelari da parte dell’Amministrazione Russo. Poco chiare le modalità di affidamento alla Mpm del servizio di ripristino delle strade dopo incidenti stradali.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews

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