Alessandro Giuliano è il nuovo questore di Napoli

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Un investigatore che ha fatto onore alla figura eroica di suo padre, assassinato dalla mafia. A 52 anni appena compiuti, ora Alessandro Giuliano, il primogenito di Giorgio Boris Giuliano, attuale direttore dello Sco, il Servizio centrale operativo, è il nuovo questore di Napoli.

Giuliano torna nella città dove, tra il ‘ 97 e il ‘ 99, è stato funzionario alla squadra Mobile, sezione Catturandi, primo banco di prova con la camorra: quella che aveva alle spalle le guerre sanguinarie tra cutoliani e Nuova Famiglia, ma era già lo straordinario hub del narcotraffico, radicato a Scampia e nell’area metropolitana . Giuliano si insedierà in via Medina sabato, ideale scambio di consegne con Antonio De Iesu, appena promosso prefetto al ruolo di vice capo della polizia: una staffetta tra “sbirri” concentrati sull’obiettivo, di poche parole. Due generazioni di dirigenti che avevano già lavorato insieme a Milano.
«Napoli non la si conosce mai fino in fondo » , è quello che Giuliano ha imparato della città, di cui ha toccato complessità sociali e indagato dinamiche criminali, per essersi immerso nella caccia ai latitanti, in un periodo in cui i padrini ancora liberi erano numerosi. Venti anni dopo, rimette piede nella metropoli della ferocia gratuita, di Noemi che ha rischiato di morire per una pallottola vagante, delle scorrerie armate che chiamano “ stese”, degli spari esplosi perfino in ospedale e dell’autobomba saltata in aria nella notte di Scampia, solo una settimana fa.
Una carriera costellata di successi, quella di Giuliano. Prima con la caccia chiusa sul mostro di Padova nel 2001, poi contro la mala del Brenta che per i colpi subìti progettava di ucciderlo, infine sulle infiltrazioni criminali e le collusioni di Milano. E ora il traguardo della guida della polizia nella terza città d’Italia, che arriva esattamente 40 anni dopo l’atroce delitto di suo padre, Boris, capo della Mobile a Palermo negli anni più cruenti. Fu ucciso alle spalle con sette colpi di pistola dal boss Leoluca Bagarella, mentre prendeva un caffè al bar. Era il 21 luglio 1979. Alessandro aveva 12 anni, era il ragazzino pallido e composto in camera ardente. Dirà poi: «In tutti questi anni è stato la mia inarrivabile stella polare. L’ho sempre sentito vicino».
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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