Il Pagellone di Terranostranews. Il duetto tra Albano e Coppola, Bertini fa “incazzare” i Carandente, i luoghi comuni sui commissari

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Dopo essersi spartiti, alla maniera della primissima Repubblica, gli scrutatori per le elezioni del 26 maggio, i nostri “amati” consiglieri sono tornati nell”anfiteatro” di via Falcone, dove ieri sera si discuteva di Dup, bilancio e tanto altro. La serata è partita – come spesso accade – con i fuochi pirotecnici. Poi si è “ammosciata” cammin facendo. Degni di nota, però, sono stati alcuni battibecchi.

Pasqualino Coppola. Pascalone ‘e Nola, come è stato ribattezzato dagli autori di una nostra rubrica”, lo ha detto chiaramente. Senza urlare, con fare pacioso e democristiano: “Stasera approviamo questo bilancio, con tutte le pecche del caso, da domani però la musica deve cambiare”. Il riferimento del buon Pasquale è chiarissimo ed è ormai noto a tutti, visto che non solo lui la pensa così all’interno della maggioranza. A molti supporters di Visconti non è piaciuta l’eccessiva flemma nella compilazione del bilancio e non sono piaciute, in particolar modo, alcune scelte. Una su tutte? La nomina dell’ultimo sovraordinato. Da oggi, insomma, se ne chiederà conto al sindaco, come si chiederà dell’operato di un paio di assessori. Peccato che Pasqualino, come il suo collega Marzi, abbia detto l’ennesima castroneria sul lavoro dei commissari che, seppur imperfetti, sul fronte idrico hanno fatto un ottimo lavoro, tagliando l’acqua ai parchi dei notabili di Città Giardino (Pasqualino e Marzi se la sognano una cosa del genere) che per anni non avevano mai pagato nessuno. Voto 7 se riuscirà a far cambiare idea al sindaco su certe scelte. Voto 4- per l’ennesima filippica sui commissari.

Pasqualino Albano. Prende di mira l’assessore Nobler, reo di confondere la discussione sul Dup e quella sul bilancio, e piazza qua e là stoccate sulla “giuglianesità della giunta” e sulla segretaria generale (anche lei) che prenderebbe “suggerimenti dalla segretaria di Giugliano”. Invita più volte i consiglieri a dimettersi per lasciare spazio all’arrivo di nuovi commissari, sostenendo (e su questo ha ragione) che i commissari, viste le condizioni attuali, non potrebbero far peggio di questa giunta che non fa altro che aumentare le tariffe dei tributi, che non ha (sono parole sue) uno straccio di idee sul Puc e non ha progetti in cantiere su nulla. Resta in aula insieme ai suoi colleghi dell’Altra Marano. Sarà di parola? Firmerà il ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dello schema di bilancio adottato ieri? Voto 6,5 per il suo duetto con l’altro Pasqualino. Per la serie due democristiani a confronto.

Mauro Bertini. Sono lontani i tempi in cui scriveva le letterine di Babbo Natale al sindaco Visconti, ma sotto, sotto – e chi lo conosce bene sa che è così – non chiude definitivamente la porta all’amministrazione. Il suo ragionamento è chiarissimo: “Sindaco, se vuoi andare avanti devi liberarti di alcune zavorre. Così vai a sbattere. Da Giugliano è arrivato poco o nulla di buono, esperienza e capacità ci sono anche nella nostra città”. Stuzzica a più riprese il vicesindaco Taglialatela. Cita, senza citarlo, anche il nostro giornale sulla questione delle lottizzazioni edilizie (ne scriviamo da quattro mesi, tanto che la Dda ha persino acquisiti gli atti della C4, C17 e C14) e ricorda, come abbiamo fatto noi tante volte, che qualche consigliere (o famiglia di consigliere) ha non pochi interessi in una di queste faccende e che i nodi, prima o poi, verranno al pettine. Voto? Bertini non si vota. Chi lo difende lo difende a prescindere, anche quando dice inesattezze (vedi alla voce canoni idrici); chi conosce la storia di Marano, potrebbe scrivere libri sulle sue amministrazioni, nel bene ma anche tanto, tanto nel male.

Luigi Carandente. Chiamato in causa indirettamente da Bertini, ha un sussulto d’orgoglio e gli dà del bugiardo sulla questione Puc. “I soldi – spiega – sulla progettazione ci sono eccome”. Fa arrabbiare pure la Fanelli, quando dice, in avvio di seduta, che “l’opposizione sta inscenando un teatrino teso a perdere tempo”. Voto 6 per la ritrovata verve. Un’altra Carandente, Enzina, si infervora invece per le parolacce (a ripetizione) dell’ex sindaco. Insomma va in scena un c’eravamo tanto amati.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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