I carabinieri non andranno via da Calvizzano. Il rischio di dover traslocare dall’attuale immobile è concreto, ma prefettura e Viminale hanno già avviato un’indagine di mercato per individuare una struttura alternativa a quella attuale. La storia è ormai nota. Il contratto di comodato d’uso gratuito, stipulato diversi anni fa tra il Comune e la prefettura di Napoli, non è più in essere e l’ente cittadino, sciolto per camorra e oggi amministrato da una triade commissariale, non potrà accollarsi l’onere (anche economico) di sottoscrivere nuovi impegni. Il caso è esploso nei giorni scorsi, quando il giudice ordinario ha accolto l’opposizione formulata dall’ente cittadino, revocando i decreti ingiuntivi presentati dai privati proprietari degli immobili in cui operano da diversi anni i militari dell’Arma.
Il tribunale ha sentenziato che il contratto è da ritenersi cessato dal giugno del 2014 e che l’accordo, tra Comune e prefettura, non poteva essere rinnovato tacitamente così come invece avevano ipotizzato i titolari della struttura e l’amministrazione cittadina antecedente allo scioglimento per infiltrazioni della criminalità. Ne consegue che il Comune di Calvizzano, che aveva stipulato un accordo (a titolo gratuito) con la prefettura e un altro con i privati ai quali ha corrisposto numerosi canoni mensili, richiederà a questi ultimi la restituzione delle somme versate ( circa 19 mila euro) a partire dal 2014 e fino allo scorso anno. Resta però da stabilire se e quando i carabinieri dovranno lasciare gli attuali immobili di via Aldo Moro. Prefettura e Ministero, da quanto si apprende, avrebbero già avviato o avvieranno un’indagine di mercato per individuare sul territorio una collocazione alternativa. Sembra infatti da escludere che l’autorità territoriale di governo possa stipulare un accordo ex novo con i titolari dell’immobile occupato ormai da oltre dodici anni.
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