Condono edilizio, a Marano a rischio quelli concessi con la legge del 1994 con abusi superiori al 30 per cento. Taglialatela e Di Pace non “dormono” più, l’ente a un bivio

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Condono edilizio, la giunta Visconti e i tecnici comunali dinanzi a un bivio: la Cassazione, con una sentenza di qualche anno fa, è stata chiara: non è possibile ottenere la sanatoria (per il secondo condono, ovvero quello del 1994) se l’abuso supera il 30% della volumetria originaria o i 750 metri cubi. I limiti valgono sia per le abitazioni sia per gli edifici con una destinazione diversa. È arrivata a questa conclusione la Corte di Cassazione con la sentenza 31955/20125. E’ irrilevante che la destinazione dell’edificio sia residenziale o a uso diverso.

A Marano la questione è particolarmente sentita. Ci sono almeno mille pratiche, tra le oltre 5 mila ancora da vagliare (secondo gli uffici non sono 9 mila in giacenza, ma poco di 5 mila), per le quali i richiedenti hanno anche versato i relativi oneri.

Ora il Comune potrebbe esser costretto a revocare i condoni già rilasciati, per i quali ha anche incassato fior di quattrini, che in quel caso sarebbe pure costretto a restituire. Le case diventerebbero, conseguenzialmente, abusive e l’ente dovrebbe abbatterle o acquisirle.

Una bella gatta da pelare per la giunta tutta e, in particolare, per l’assessore all’urbanistica Taglialatela e per il dirigente Di Pace.

La decisione è attesa per le prossime settimane. Intanto la sentenza della Cassazione non sembra poter autorizzare chissà quali margini di manovra.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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