Processo Giovanni Nuvoletta, il primo round si chiude dopo quattro anni e con una dura condanna

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Un processo difficile, lungo e articolato, giunto ieri alla conclusione con la condanna di Giovanni Nuvoletta, figlio del defunto boss Lorenzo, l’uomo che aveva allacciato solidissimi legami con i Corleonesi di Totò Riina. Nuvoletta è stato condannato ieri a 14 anni di reclusione dai giudici del tribunale Napoli nord. I legali del 50 enne, in carcere dal giugno del 2015 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa con il clan dei Casalesi, intestazione fittizia di beni e riciclaggio, hanno tentato in ogni modo di smontare i capi di imputazione della Dda di Napoli, formalizzando la richiesta di ascoltare – in qualità di teste – due criminali di primissimo livello: Giuseppe Polverino, meglio noto come ‘o Barone, e Antonio Polverino, entrambi a capo della cosca che all’inizio degli anni Novanta prese in mano le redini degli affari illeciti a Marano e nell’hinterland, spodestando di fatto il clan Nuvoletta.

Giovanni Nuvoletta fu arrestato quattro  fa in provincia di Milano, dove l’uomo – secondo quanto ricostruito dal pm Di Mauro e dal gip Pilla – avrebbe gradualmente trasferito i suoi interessi economici, impiegando risorse illecite nel settore della ristorazione e della produzione e vendita di caseari. Trasferito con la famiglia in Lombardia (i figli, tutti assolti, erano iscritti alla Bocconi), fu fermato nel giugno del 2015 dai militari del Gico della Guardia di Finanza. Gli inquirenti sequestrarono beni immobili, terreni, autoveicoli, conti correnti, complessi aziendali, cavalli da corsa, la storica passione della famiglia Nuvoletta, e capi bufalini, per un valore di circa tredici milioni di euro. Giovanni Nuvoletta e i suoi, legali hanno sempre contestato le accuse formulate dalla Procura, in particolare l’ipotesi investigativa del concorso esterno con il clan dei Casalesi. Una ricostruzione investigativa non riconosciuta dai giudici che ieri hanno letto il dispositivo di sentenza. Nuvoletta è stato condannato per traffico di droga e armi.

Ecco ciò che scrive sulla sua pagina Facebook Lorenzo Nuvoletta, figlio di Giovanni, assolto ieri.

“Un’assoluzione più dura di una condanna ed una condanna frutto della paura di essere coraggiosi. É mancato il coraggio di dire di no ad un fragilissimo teorema accusatorio fatto di suggestioni, tenuto assieme solo da un cognome. È mancato il coraggio di ascoltare quattro anni di difesa estenuante, quattro anni di lotta contro un muro fatto da indifferenza e pregiudizi. Il pregiudizio che mi è costato un anno di vita agli arresti domiciliari oggi palesemente immotivati, un anno dove la mia vita si è interrotta, i miei studi universitari bloccati, la mia reputazione e dignità calpestati, additato come il peggior dei delinquenti, un camorrista. Tali fatti sono stati resi possibili da tutti quelli che non hanno mai avuto il coraggio di guardarmi fisso negli occhi, ma hanno preferito accontentarsi e trincerarsi dietro un legittimo pregiudizio, o piuttosto hanno preferito accontentarsi di una scusa banale: si chiama Nuvoletta. Quel pregiudizio che mi ha visto assolto, ma ha visto confiscare tutti i miei beni, frutto del mio lavoro e dei miei sacrifici”.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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