Reddito di cittadinanza, anche i Caf accoglieranno le domande. Dall’Inps 10 euro (più Iva) per ogni pratica

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In piena zona Cesarini anche i Caf, i centri di assistenza fiscale, entrano nella partita del reddito di cittadinanza. Il 6 marzo, mercoledì prossimo, è il giorno in cui si potranno cominciare a presentare le domande per il sussidio, misura bandiera del Movimento 5 Stelle. E soltanto ieri la Consulta dei Caf, l’organizzazione che li rappresenta, ha chiuso l’accordo con l’Inps che li autorizza a ricevere le domande da parte dei diretti interessati.

Per ogni pratica aperta i Caf incasseranno dall’Inps 10 euro, Iva esclusa. A cui si aggiungeranno altri 5 euro in caso di integrazione della domanda già presentata. Il tetto massimo di spesa è pari a 15 milioni di euro. Una cifra che dovrebbe bastare a gestire tutte le domande in arrivo. Secondo le stime del governo, il reddito dovrebbe essere richiesto da 1,3 milioni di persone. Moltiplicando questo numero per i 10 euro della singola pratica si arriva a 13 milioni di euro. I due milioni di euro che avanzano dovrebbero coprire i costi per le integrazioni delle domande. E anche il rischio che le domande siano più numerose del previsto, considerato che potrebbe fare richiesta pure chi non ha diritto al sussidio, per poi vedersi dire di no. In ogni caso i margini di sicurezza ci sono. Anche perché i Caf non sono l’unico canale per presentare domanda. La richiesta potrà essere presentata anche agli uffici postali, oppure in via telematica attraverso il sito internet dedicato. Ma proprio i Caf giocheranno un ruolo chiave, considerato che oggi lavorano il 90% delle dichiarazioni dei redditi, alla faccia della vecchia e nuova disintermediazione.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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