Alimentazione: italiani più attenti alla salute “nel piatto”, meno sale e pasta

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Italiani più informati e attenti alla salute ‘nel piatto‘. “Il 97,1% degli intervistati è consapevole del fatto che la nostra salute e il nostro benessere dipendono da ciò che mangiamo. Il 71,8% si informa, durante la scelta del piatto, sulla qualità e la provenienza dei prodotti utilizzati, e più dell’89,1% ritiene che anche i locali siano più attenti a offrire alla clientela piatti salutistici“. E’ quanto emerge dal Rapporto ristorazione della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, presentato a Roma con ospite il ministro della Salute Giulia Grillo. Quest’anno il report ha voluto indagare approfonditamente ‘I nuovi stili alimentari degli italiani‘.
Nonostante questa rinnovata attenzione al benessere che si nota tra gli italiani, solo il 53,3% degli intervistati dichiara di consumare verdure e ortaggi quotidianamente – sottolinea il rapporto – ciò significa che una persona su due continua ad avere un’alimentazione che non prevede quotidianamente una porzione di verdure. Si nota comunque un trend di crescita rispetto al 2005 in cui il consumo quotidiano di verdura era abitudine solo per il 48,9%. Sempre più consapevole è anche il consumo di sale che si riflette nella scelta, sempre più popolare, di sale arricchito di iodio. È interessante osservare che l’attenzione non è aumentata solo tra persone nelle fasce d’età maggiori, ma anche tra giovani e giovanissimi“.
Secondo il rapporto, “pane e pasta hanno avuto momenti migliori: sono infatti spariti dalla dieta quotidiana di una quota di popolazione pari all’8,3%, ma resta comunque alto il numero di chi ancora li consuma abitualmente. Il latte viene consumato quotidianamente da un italiano su due, ma l’abitudine si riduce sensibilmente tra i più giovani: la quota di bambini con età compresa tra 6 e 10 anni che consuma latte ogni giorno è scesa dall’81,5% del 2005 al 71,2% del 2018.
Nonostante le tendenze vegetariane e vegane emerse negli ultimi anni, sul consumo di carne gli italiani hanno comportamenti piuttosto netti: il consumo di carne rimane diffuso, ma con una maggiore attenzione a quello delle carni rosse. “Dal 2005 al 2018 la quota di persone che consuma carni bianche almeno una volta a settimana si è mantenuta intorno all’80%, mentre quella sul consumo di carne rossa è passato dal 73% al 59%. Per quanto riguarda invece il pesce: il suo consumo è rimasto abbastanza stabile, anche se nell’ultimo anno la frequenza del suo consumo ha superato quella delle carni rosse“, evidenzia il rapporto.
In questo senso i ristoranti sono luoghi fondamentali per promuovere i corretti stili alimentari: il protocollo di intesa recentemente siglato da Fipe con il ministero della Salute ne è la testimonianza – afferma Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe – Una collaborazione nata dal comune impegno a fornire al pubblico informazioni sempre più puntuali per promuovere corretti stili di vita, per contrastare alcune patologie come obesità e abuso di alcol e per gestire meglio il crescente fenomeno delle allergie e delle intolleranze alimentari“.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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