A Marano si torna a parlare di colate di cemento. Torna in auge la vicenda della lottizzazione C17, bloccata per anni. Ecco cosa sta accadendo e quali sono gli scenari

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Si torna a parlare di lottizzazioni edilizie a Marano, di nuove colate di cemento, in particolare del comparto C17 di via Corree di sotto. C’è fermento al Comune, oggi guidato da una giunta di centrosinistra. I privati sono tornati alla carica, con una specifica richiesta, per uno dei tre lotti di una mega lottizzazione, appunto la C17, contemplata nel piano regolatore generale, approvato negli anni Ottanta quando Marano ancora poteva permettersi certi carichi abitativi. Le lottizzazioni – come ricordato a suo tempo dai dirigenti comunali Asfaldo e Di Lorenzo – sono sempre potenzialmente annullabili soprattutto nelle zone dove l’abusivismo (anni Ottanta, Novanta e inizio Duemila) si è già “mangiato” tutte le cubature potenzialmente eseguibili.

Ma cosa è realmente accaduto e cosa sta accadendo? Per spiegarvelo dobbiamo fare un opportuno e doveroso passo indietro.

E’ il febbraio del 2015 quando il commissario ad acta nominato dalla Provincia, Alberto D’Urso, vara il piano attuativo che consentirebbe la realizzazione, nella zona di via Corree di sotto, di un centinaio di appartamenti. Il Comune, da quel momento, ha 60 giorni per ricorrere al Tar per impugnare il provvedimento. E’ forte, tra l’altro, di un parere negativo emesso dal dirigente ad interim dell’area tecnica, l’ex segretario generale Brunella Aslfaldo e dell’ex dirigente Agostino Di Lorenzo. L’amministrazione Liccardo compulsa i tecnici comunali e l’ufficio legale. Passano nove mesi e si opta per la revoca in autotutela del piano urbanistico attuativo. I proprietari dei terreni non ci stanno e ricorrono al Tar.

Il Tar, chiamato a giudicare sulla scorta di quella decisione, dà ragione ai proprietari dei terreni. La strada da percorre, spiegano i giudici amministrativi, era quella di ottenere l’annullamento degli atti attraverso un ricorso al Tar e non certo quello della revoca in autotutela. La vicenda viene inserita anche nel decreto che porterà allo scioglimento dell’ente comunale.

Così sarebbe potuto fare e cosa si può fare? All’epoca e nei mesi successivi, ovvero sotto le gestioni commissariali, un ricorso al Consiglio di Stato; oggi invece valutazioni squisitamente politiche e tecniche. L’ex prefetto Tramonti, alla guida del Comune dal 2012 al 2013, ha già annullato un comparto della lottizzazione C17, sostenendo che “l’interesse pubblico è sempre preminente su quello privato e che oggi (sei anni fa, ndr) Marano non può caricarsi di ulteriori colate di cemento”.

Spetterà dunque alla giunta Visconti stabilire se opporsi o no alla sottoscrizione della convenzione con i privati che intendono (potenzialmente) costruire svariate unità abitative nella zona di via Corree di Sotto, già notevolmente devastata dall’abusivismo selvaggio.

Il centrodestra, che ha guidato l’ente prima dello scioglimento per camorra, di riffa o di riffa, pur impiegando troppo tempo, riuscì ad impedire che si tornasse a cementificare la città. La giunta di sinistra sarà in grado di fare altrettanto o darà il via libera ai privati e ai costruttori che già sono sul pezzo?

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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