Frattese-Afragolese a porte chiuse, l’ira della società nerostellata

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La Frattese rende noto che, come disposto dal Prefetto della Provincia di Napoli, la gara prevista per domenica 16 dicembre alle ore 14.30 tra nerostellati ed Afragolese, si disputerà a porte chiuse per motivi di ordine pubblico.
Siamo a dir poco sconcertati da tale decisione che penalizza, oltre alle società, i tifosi di Frattamaggiore che ogni domenica, anche in trasferta, seguono la propria squadra con grande spirito di appartenenza e sportività. Questa è la sconfitta di una città e di un popolo perbene, è la sconfitta della città di Frattamaggiore.
Nel documento del Prefetto si legge testualmente che “La tifoseria della Frattese ha dato luogo nel corso degli ultimi incontri calcistici a disordini e atti di intemperanza”. Una affermazione, questa, che ci lascia esterrefatti. In questi anni mai i tifosi frattesi si sono contraddistinti per tafferugli o atti vandalici contro altre tifoserie o contro le forze dell’ordine. Mai i tifosi frattesi hanno creato situazioni di pericolo all’interno di stadi da calcio. Mai questa società ha ricevuto multe da parte del giudice sportivo per condotte dei propri tifosi, notoriamente tra i più corretti di tutta la regione e non solo.
In ogni gara della Frattese, la nostra casa, lo stadio Ianniello, si riempie di tifosi, di famiglie, di donne, di bambini e di anziani, a cui siamo tra le poche società a garantirgli l’ingresso gratuito, proprio per avvicinare alla nostra realtà anche un pubblico “rosa”. Abbiamo sempre cercato di portare allo stadio un clima gioviale e fatto di persone passionali ma con i sani valori dello sport.
È per questo che la decisione delle “porte chiuse” è per noi uno schiaffo in pieno volto, una batosta inaspettata e, concedetelo, assolutamente immeritata e irragionevole.
Dispiace tanto, perché la decisione arriva dalle istituzioni, da chi dovrebbe remare a favore di certi valori sani, e non tarpare le ali, il giorno prima della gara, a tanta gente perbene che vuole solo divertirsi e seguire la propria squadra del cuore. È troppo facile trincerarsi dietro una presunta “animosa rivalità” tra le tifoserie, che non è altro che sano campanilismo. Cosa sarebbe d’altronde il calcio senza sfottò?
È troppo facile garantire la sicurezza negando l’ingresso allo stadio a tutti, indistintamente dalla propria fede calcistica, in un impianto poi in cui i varchi dei settori locali e ospiti sono distanti centinaia di metri. È curioso poi constatare che sono state le stesse forze dell’ordine ad imporre per questo campionato che il settore ospiti fosse quello dei “Distinti”, con una capienza ben più ampia quella dei “240 spettatori” erroneamente indicati nel dispositivo del Prefetto, il quale forse non è a conoscenza che il settore “Curva” è chiuso dalla scorsa stagione proprio per prevenire e scongiurare, con un evidente eccesso di zelo, ogni disordine all’interno dello stadio.
Ecco perché, se “esagerato” sarebbe stato il divieto di vendita ai tifosi ospiti, la decisione delle “porte chiuse” ci lascia francamente senza parole.
La partita, naturalmente, si disputerà e ci sarà un vincitore. Ma oggi, con questa decisione, uno sconfitto c’è già, ed è lo sport. Oggi avete tolto il pallone a dei bambini che si divertivano giocando tra amici. Perché senza tifosi, questo non è più un gioco. E, se queste sono le regole, questo pallone tenetevelo pure.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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