Elezioni a Marano, Potere al Popolo con Bertini? Ecco cosa diceva pochi mesi fa Mario Romani

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Gentile direttore, le scrivo prendendo atto che la sua testata giornalistica rappresenta una delle rare realtà di confronto e partecipazione politica e sociale della nostra comunità. L’attuale situazione sociale, economica e politica di Marano è certamente tra le più complicate, per non dire catastrofiche, della sua storia. L’economia, messa in ginocchio dalla crisi economica, non sembra in grado di risolvere da sola le proprie difficoltà. La secolare tradizione agricola e artigianale è ormai ridotta a pura memoria e folclore. Anni di speculazione ed abusivismo edilizio oltre ai criminosi scempi ambientali frutto di sversamenti abusivi o istituzionali hanno “sterminato” il patrimonio un tempo ricco di prodotti di eccellenza. L’industria, anch’essa vittima di corruzione e scarsa lungimiranza, non è mai riuscita nella nostra Marano a ricavarsi spazi e linfa vitale. Simbolico è lo scandalo legato all’area PIP, dove malaffare, mala politica e “disinteresse sociale” hanno ucciso sul nascere la possibilità di creare sviluppo, occupazione e risorse economiche.

Il commercio, pur rappresentando l’ambito economico dominante paga l’inefficienza pubblica, si pensi che a Marano non esiste il piano commercio, la concorrenza di altre aree commerciali maggiormente efficienti, siano esse centri commerciali o altre città vicine più vivibili, l’inciviltà diffusa e l’ignoranza/arroganza di coloro che pur di “risolvere” un loro piccolo problema non esitano a generare danni alla comunità, con occupazione di marciapiedi, di piazze o altro. La società cittadina non vive certamente un periodo felice. Al di là della partecipazione “social” che tanto caratterizza questo periodo storico sono ben pochi i momenti di aggregazione, vitalità e condivisione. Anche in questo ambito l’egoismo e l’arroganza giocano un ruolo da padroni. Basti pensare che tutti si lamentano dell’insopportabile traffico ma ben pochi sono coloro che non esitano a sostare in zone vietate , chi per acquistare un pacchetto di sigarette, chi per chiacchierare con l’amico di turno, chi per aspettare un figlio all’uscita di scuola, naturalmente generando ulteriori disagi e aumento del traffico stesso.

Tanti che si lamentano dei servizi inefficienti come fogne e manto stradale ma pochi che pensano che le case dove abitano sono state costruite abusivamente o quantomeno fuori dal piano urbanistico, il che ha generato una crescita della popolazione sproporzionata alle dimensioni cittadine e l’impossibilità di realizzare rapidamente e senza grosse risorse le infrastrutture adeguate. In questo ambito ritengo si possa dire che la nostra comunità ha compiuto un passo indietro nel tempo, a quando ci si ritrovava solo in occasione delle messe domenicali o al chiusa di qualche sede associativa o politica. Oggi i nostri ragazzi, privi di spazi pubblici, di attività di intrattenimento e di luoghi sportivi aperti, possono decidere solo tra lo stare seduto fuori ad un bar o uscire dai confini cittadini cercando svago. Manca un cinema, manca una biblioteca, manca tutto. In questo quadro di carenze, indifferenza e difficoltà vediamo la cultura camorristica indisturbata nella sua ascesa. La politica invece è l’unica che forse non è peggiorata, perchè forse peggio di così proprio non si poteva. Sono ormai decenni che i politici locali non riescono ad uscire dalle sabbie mobili dell’incapacità, della approssimazione e del disinteresse per il bene comune.

Da comunista quale mi fregio di essere non escludo critiche persino al periodo di gestione amministrativa che per più di dieci anni ha visto al timone un compagno che personalmente stimo ma che anch’esso ha contribuito a far sprofondare la politica maranese nel baratro attuale. Se è vero che ogni popolo ha il governo che merita, a Marano i vari amministratori hanno fatto di tutto affinchè la gente si allontanasse dalla partecipazione politica, preferendo troppo spesso la strada dell’interesse individuale rispetto all’interesse collettivo. Sarebbe facile per me indicare i limiti e gli errori dei miei avversari politici, additando le giunte Cavallo e Liccardo quali colpevoli universali ma l’onestà intellettuale mi spinge a concentrarmi invece su quelle amministrazioni a me più vicine. La giunta Perrotta, che ho sostenuto finanche in Consiglio comunale, si è dimostrata povera di coraggio, priva di un’idea di città ed incapace di difendere gli interessi collettivi contro le solite speculazioni, contro l’arroganza dei pochi, limitandosi a cavalcare onde emotive senza mai decidere ed incidere per una crescita sociale ed economica della città.

Le giunte Bertini invece hanno si provato a determinare un cambio di passo rispetto al passato, investendo in strutture pubbliche, in infrastrutture e spazi sociali ma lo ha fatto gravando in maniera esorbitante sulle tasche dei cittadini, senza incidere poi sulla lotta alla corruzione, senza stimolare occupazione reale e soprattutto senza lavorare sull’esigenza di stimolare la partecipazione attiva dei cittadini. Tanti, troppi attori politici di quel periodo hanno utilizzato e strumentalizzato vicende e battaglie solo per scalare gradini del potere senza interessarsi al miglioramento della vita quotidiana della nostra comunità. Naturalmente questa breve analisi va inserita in un contesto più ampio, molto più ampio.

La gestione di una città non è di per sé una azione autonoma ed indipendente. Altri attori istituzionali ed economici hanno concorso a generare tale situazione. L’ex Provincia, oggi città metropolitana, la Regione, il Governo centrale e l’Unione Europea incidono sulla vita dei cittadini più di quanto possa la sola Amministrazione comunale. La crisi economica globale, le scelte delle multinazionali, e le scelte Governative su commercio ed industria incidono sulle nostre aziende più di quanto potrebbe fare un’Amministrazione comunale. Intanto se è vero che le difficoltà che vive Marano caratterizzano la maggior parte delle aree urbane del meridione ciò che sconforta è che Marano non se ne perde nemmeno una di problematica. Siamo ormai vicini al termine del mandato dei Commissari prefettizi, si potrebbe votare in autunno o al massimo nella prossima primavera. Questo duro periodo di “detenzione” della democrazia sta terminando però senza che i cittadini riuscissero a riprendere in mano le redini dell’azione politica e quindi sociale ed economica. La nostra città ha bisogno di conquistare normalità.

Quella normalità in cui prevale la legge sui reati, la partecipazione sul disinteresse, il bene pubblico su quello individuale. Chiunque dovesse trovarsi a guidare la prossima giunta di Marano non avrà vita facile, tra difficoltà di cassa, macchina comunale da “normalizzare”, emergenze reali e strumentalizzazioni. Ma qualcuno dovrà pur farlo ed il mio augurio è che a farlo sarà chi è più capace, più onesto e più determinato a combattere i nostri mali. Se è vero che insieme ad altri, giovani e meno giovani, stiamo provando a fare la nostra parte è altrettanto vero che ancora non basta. Potrei vantarmi di appartenere ad un gruppo onesto, laborioso e ricco di idee ma come si dice dalle nostre parti farei “ ’o gallo ‘ngopp ‘a munnezza” considerando il nulla attorno. Spero che da qui alle prossime elezioni si riesca a stimolare, anche tramite la vostra testata e le vostre sollecitazioni, un confronto sincero e chiaro, che veda al centro problemi reali e soluzioni concrete. Spero che la gente ritorni ad interessarsi alle questioni politiche ed amministrative e soprattutto che ognuno ricominci ad incuriosirsi, ad informarsi, a valutare autonomamente, affinchè la prossima amministrazione sia frutto di una scelta responsabile e non più risultato di tifoserie politiche ed interessi e piaceri personali.

Mario Romani (Potere al Popolo), ex consigliere comunale.

30/05/2018

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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