Incontro, corteggiamento, bacio. E poi sparizione. Nel mezzo (ma anche dopo, perché le sparizioni non sono mai così nette) lunghe chat sexy, spesso con richiesta di foto hot. Subito dopo mi ha scritto Fabio, 37 anni. Coetaneo, quindi, del «quasi quarantenne» che ha seguito l’iter riassunto prima con Marvi. Quella di Fabio è una storia diversa, o meglio identica a quella di Marvi: è lui a essere stato sedotto e abbandonato. Si fa per dire, certo. Si può definire «sedotta» una persona dopo pochi baci? Si può definire «abbandonata» se continua a ricevere messaggi piccanti e richieste di foto sexy? Insomma, il rapporto tra i due non è mai stato approfondito (quindi più che seduzione si tratta di flirt) ma neanche accantonato (quindi più che di abbandono parlerei di stand-by). Fabio azzarda un’ipotesi: forse bastava il sesso virtuale ad appagare la lei della sua storia. Marvi, invece, si chiede se il problema non sia l’età (di lui). Le loro due storie hanno una cosa in comune e forse potrebbe essere questa l’origine del reciproco problema: entrambi hanno conosciuto il (non) partner su Tinder. Non voglio demonizzare l’app di dating, anzi. Mi chiedo però se il fatto di sentirsi attratti da un «match» prima di averlo incontrato dal vivo non porti a una sorta di «scollamento» del virtuale dal reale. Per alcune persone potrebbe sembrare non dico normale ma almeno plausibile dividere il rapporto: intimo su internet, inesistente nella realtà. Dove magari un partner in carne e ossa già c’è.
Poco più di un anno fa, quando ero single da qualche tempo, per curiosità mi iscrissi su Tinder: diciamo che volevo esplorare questo modo alternativo di conoscere persone nuove, senza un preciso scopo. Le ragazze con cui scambiai messaggi all’inizio non erano particolarmente interessanti, più che altro non vedevo interessi comuni per poter approfondire la conoscenza. Finchè non ho fatto match con questa ragazza, della mia stessa città, anche lei single come me da qualche tempo, io 36 anni lei 30. Dopo i primi messaggi su Tinder ci scambiammo il numero di telefono; ci occupavamo di cose molto diverse a livello lavorativo ma avevamo diversi argomenti di discussione e interessi che ci accomunavano per cui io ero parecchio interessato ad approfondire la conoscenza. Ci scambiammo foto nostre e anche fisicamente avevamo un interesse reciproco, sembrava proprio la mia donna ideale.
Alla fine della serata la riaccompagnai in macchina a casa e finimmo per baciarci, provai a chiederle di salire a casa sua ma lei mi disse che non se la sentiva: non insistetti più di tanto per non risultare pesante e ci salutammo con altri baci con la promessa di rivederci nei giorni successivi. Una volta a casa, prima del classico messaggio della buonanotte ci scambiammo messaggi di soddisfazione per la serata passata insieme senza lesinare apprezzamenti reciproci. Nelle settimane successive lei continuò a stuzzicarmi con messaggi piccanti in chat e a richiedermi foto; ci incontrammo altre volte, ma come la prima volta, non andammo mai oltre i baci: mi rifiutò sempre senza una valida motivazione, diceva solo che non se la sentiva. Evidentemente era il sesso virtuale ad appagarla. Nonostante la mia proverbiale pazienza, dopo qualche giorno all’ennesimo rifiuto troncai tutto, non volli più rivederla.
Fabio