Marano, la strada finanziata dall’Europa mai nata e i soldi intascati dai progettisti

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E ora la Guardia di Finanza (o chi per essa) faccia il resto. Ieri, dopo anni di scontri, querelle giudiziarie e notevoli e colpevoli dormite, il Comune è entrato formalmente in possesso del capannone abusivo di via Vallesana. E’ il primo passo, propedeutico all’abbattimento che deve essere avviato dai commissari, perché con il ritorno della politica siamo pressoché certi che qualcuno tenterà di far finire il tutto nel dimenticatoio.

La Guardia di Finanza, da quanto ne sappiamo, pare stia indagando da tempo sul caso, perché al di là della storia dell’abuso edilizio, uno dei tanti perpetrati sul territorio, resta da capire se ci sono responsabilità erariali. Ci spieghiamo meglio: qualche anno fa si pensò che nel punto in cui era ubicato il capannone dovesse passare una strada finanziata dall’Unione Europea: 1 milione di euro per realizzare un’arteria di raccordo tra via Marano-Pianura e la zona del cimitero.

Non se ne fece nulla, il progetto e i soldi sfumarono, ma i tecnici contattati dal Comune ebbero i loro bei compensi per la progettazione della strada che non sarebbe mai sorta. Gli inquirenti devono stabilire se fu tutto un imbroglio, ovvero se, pur sapendo che il capannone non sarebbe mai stato abbattuto nei tempi richiesti dall’Ue, qualche pezzo grosso dell’epoca (dirigenti e politici) si attivò ugualmente per pagare i progettisti. Pagati per un qualcosa che non doveva nascere. E’ questo il dubbio degli inquirenti ed è questo, da tempo, anche il nostro dubbio.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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