Processo Pip, udienza fiume ad Aversa. Aniello Cesaro parla in videoconferenza: “Il Comune di Marano ci ha sempre ostacolato”

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Processo Pip, udienza fiume stamani al tribunale Napoli Nord d’Aversa. I pm Di Mauro e Visone e gli avvocati difensori dei Cesaro hanno ascoltato, in qualità di testi, l’ingegnere Graziuso, tecnico nominato dalla Procura di Napoli, l’ingegnere Cesarino Serrato, il 90 enne che avrebbe avallato alcuni tecnico-amministrativi per conto degli imprenditori di Sant’Antimo, collegati in videoconferenza dal carcere di Terni. In videoconferenza dal carcere di Secondigliano, invece, l’imprenditore maranese Antonio Di Guida. In aula era presente anche l’ingegnere Oliviero Giannella, altro imputato nel processo che si tiene presso la seconda sezione-collegio B del tribunale aversano.

Lunghissima l’escussione dei testi. Il professor Maiello, avvocato dei Cesaro, per circa due ore ha sottoposto Serrato e Graziuso ad un fuoco di fila di domande, quasi tutte incentrate sugli aspetti tecnici dell’area industriale: i collaudi, le opere di urbanizzazione, i certificati di agibilità e i rapporti di natura contrattuale tra il Comune di Marano e la società dei Cesaro.

Serrato ha negato di aver mai firmato certificazioni per conto dei Cesaro né tanto meno di aver autorizzato gli imprenditori ad utilizzare il suo timbro professionale.

Lunga e dibattuto il controinterrogatorio di Graziuso, con Maiello che ha evidenziato aspetti non riportati o parzialmente riportati nella relazione consegnata agli inquirenti. Il presidente del collegio, il giudice Chiaromonte, è dovuto intervenire più volte, ricordando a Maiello che Graziuso non era tenuto a conoscere aspetti non oggetto dei suoi rilievi tecnici.

Non sono stati ascoltati invece i due imprenditori, assegnatari dei capannoni (il contratto non fu però ratificato per divergenze con i Cesaro), che un paio di anni fa denunciarono i Cesaro per minacce, estorsione e altri reati. Il presidente del collegio, sentita la pubblica accusa e i difensori, ha comunicato ai due imprenditori che la corte si limiterà a giudicare i verbali delle testimonianze rese a suo tempo sede di polizia giudiziaria.

A prendere la parola, con una dichiarazione spontanea, è stato poi Aniello Cesaro, che ha puntato l’indice su alcune ricostruzioni tecniche, ritenute non veritiere e evidenziando, in alcuni passaggi, il fatto che alcune opere di urbanizzazione, tra cui la fogna principale del Pip, non sono state eseguite dai Cesaro, bensì da altre aziende di cui “gli inquirenti non avrebbero tenuto conto”. Cesaro ha poi affermato: “Dicono che siamo stati favoriti dal Comune di Marano, in realtà c’hanno messo sempre i bastoni tra le ruote. Se avessimo avuto agganci con la malavita, non credo sarebbe accaduto”.

E ancora, in relazione alla società Giustino S.p.A., una delle ditte invitate dal Comune a partecipare al bando indetto nel 2015: “La Giustino non presentò il proprio piano poiché in quel periodo era in cattive acque economiche e, inoltre, non aveva i requisiti richiesti dal bando”.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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