Precari a scuola, boom di ricorsi: sì ai risarcimenti in Campania

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La rivincita dei supplenti passa dai tribunali. I tre anni successivi al piano straordinario di assunzioni varato con la legge 107, la cosiddetta Buona scuola, sono stati contrassegnati dalla debacle del ministero dell’Istruzione in numerosi contenziosi con i docenti precari che hanno richiesto un risarcimento per gli anni di anzianità maturati da supplenti nelle scuole. Dal febbraio 2016 a oggi sono già 160 i ricorsi persi dal Miur davanti ai giudici del lavoro e, nella maggior parte dei casi, sono stati gli insegnanti a vincere le battaglie in aula. Dal 20 giugno a Salerno si è scritta, però, una nuova pagina dopo la riforma: il giudice del lavoro ha definito «illegittimo» il ricorso alla reiterazione di contratti a tempo determinato anche per i bidelli, affermando il principio di «non discriminazione» nel confronto tra stipendio e retribuzione con il personale già assunto.

IL CASO
Una bidella 65enne, tra pochi mesi in pensione, avrà diritto al riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata con i contratti a termine. La sentenza emessa dalla sezione lavoro del Tribunale di Salerno prevede l’adeguamento della retribuzione ai fini della ricostruzione di carriera. «In relazione alla anzianita di servizio maturate nell’ultimo quinquennio precedente la notifica del ricorso». Quindi, il ministero dell’Istruzione è condannato al pagamento in favore delle differenze stipendiali maturate da febbraio 2013, per un ammontare di almeno 10 mila euro. Affermato il principio di «non discriminazione» tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato. «È una vittoria amara confessa R.A, la bidella di Salerno che ha battuto il Miur -. Questa scuola non riconosce il ruolo dei bidelli precari, faccio appello al nuovo ministro Bussetti affinché dia loro più dignità nella scuola».

La sentenza del Tribunale del lavoro di Salerno dà comunque ragione ai bidelli precari per la seconda volta in pochi mesi. Lo scorso 28 aprile un altro 60enne aveva ottenuto 20mila euro di risarcimento per «abuso di precariato» e «reiterazione di contratti a tempo determinato». Il bidello in questione aveva lavorato come collaboratore scolastico con più contratti a tempo determinato dall’anno 2004 al 2013.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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