Marano, ecco cosa accadrà con il dissesto finanziario e chi sono le persone da “ringraziare” per questa ennesima onta

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Non sono bastati gli sforzi degli ultimi mesi, quelli messi in campo sul fronte delle entrate dell’acqua e per la vendita di qualche casa popolare: la Corte dei Conti ha giudicato in maniera negativa il piano di risanamento, un piano predisposto quattro anni fa dall’amministrazione Liccardo. Il Comune, anche sotto il costante impulso del nostro giornale, aveva fatto (dopo un ventennio di dormite) la voce grossa con i parchi e i commercianti morosi e aveva recuperato circa un milione di euro. Stessa cifra rimediata con la vendita di alcuni alloggi, senza contare qualche soldino incassato dalla gestione delle strutture sportive.

La commissione d’accesso, criticata aspramente per non aver mosso un dito sui dipendenti chiacchierati e per quelli che hanno contribuito a portarci al dissesto, ha provato in qualche modo ad invertire il trend. Non c’è stato nulla da fare, perché la Corte dei Conti – seppur con qualche distinguo interno – ha ritenuto che i documenti da vagliare fossero quelli tra il 2014 e il 2016 e non gli atti e i provvedimenti varati successivamente e portati stamani a Roma.

Ora cosa accadrà? Con la dichiarazione di dissesto, che avverrà verosimilmente nell’arco di una cinquantina di giorni, salteranno i dirigenti a tempo determinato e in primis Pasqualino Di Pace, a capo del settore tecnico. Unica buona notizia per il Comune di Marano. Le tariffe, già al massimo, non saranno ritoccate. A Marano si insedierà una commissione per la liquidazione del debito (Osl), che in pratica avrà il compito di pagare tutti i creditori e fornitori. Potrebbe restare in carica anche alcuni anni.

L’ente, nel frattempo, dovrà assicurare l’ordinario, ovvero coprire i costi dei servizi, acqua e spazzatura, e pagare i dipendenti comunali. Progetti? Senza fondi europei, si potrà fare nulla o quasi nulla.

A chi dobbiamo “ringraziare” per questa ennesima onta, che arriva dopo lo scioglimento per mafia? In primis i sindaci che hanno prodotto un’ingente mole di debiti, Bertini su tutti. Poi le amministrazioni che, in seguito, non sono riuscite ad intraprendere serie azioni per il risanamento del debito e che hanno in qualche caso pure “scialato”.

Dobbiamo ringraziare, poi, la dottoressa Gargiulo, per anni dirigente del settore economico, che ha preparato il piano bocciato dalla Corte dei Conti. Un dirigente che doveva salvare il comune dal default ma che allo stesso tempo – con la complicità di funzionari ancora protetti al Comune (anche da questi commissari) – si “dimenticava” di emettere le fatture dell’acqua dal 2012 al 2015, creando enormi problemi di cassa all’Ente che era già messo malissimo.

Grazie, infine, al dottor Reppucci, che fin dal primo giorno del suo insediamento a Marano – senza nemmeno lottare – già sosteneva che il Comune dovesse andare al dissesto. E grazie ancora agli avvocati, ai consulenti legali che hanno rimediato spesso figuracce in sede di procedimenti che ci sono costati soldi e ancora soldi.

E ancora, un sentito grazie all’ufficio tributi, che per non si sa quanti anni – fino a che non sono arrivati gli input di qualche commissario – ha fatto poco o nulla per stanare i furbetti dei parchi che non pagavano i consumi idrici. E ancora: gli uffici che in passato hanno fatto sì che costruttori, palazzinari, geometri e architetti da strapazzo non pagassero per intero gli oneri concessori per il condono, creando danni economici incalcolabili all’Ente.

 

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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