Chioschi, gazebo, centro storici. Il grande pasticcio del Comune di Marano, che ha dimenticato la delibera del luglio del 2005

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Una sequenza impressionante di errori, di situazioni anomale che dovrebbero indurre la commissione straordinaria alla guida del Comune a prendere seri provvedimenti disciplinari contro tecnici, funzionari e dipendenti dell’ente.

La storia è quella dei chioschi commerciali e tettorie fatte installare in pieno centro storico o in altre aree oggetto di vincolo. Chi ha istruito le pratiche e chi le ha avallate non ha tenuto conto – come avevamo anticipato – della delibera consiliare del 4 luglio del 2005.

La delibera, tuttora vigente, riguarda le “misure di tutela per la salvaguardia dei centri e nuclei storici di Marano”.

L’atto comunale, recepito sulla scorta delle leggi regionali, chiarisce, in maniera inequivocabile, che per i centri ed edifici storici o oggetto di catalogazione (vedi alla voce delibera 170 del 18 giugno del 2004) sono consentiti esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di ristrutturazione previo “parere della commissione edilizia comunale (oggi si chiama commissione paesaggistica, ndr), che deve valutare se i progetti comportano o meno modifiche pregiudizievoli per gli aspetti esteriori, ambientali, paesistici, architettonici, monumentali, anche in zone non dichiarate di pubblico interesse”.

A Marano la commissione paesaggistica è vacante da tempo immemore, quindi il Comune – secondo la stragrande maggioranza degli esperti del settore (urbanisti, geometri e storici del territorio) non poteva concedere alcuna autorizzazione, specie in relazione agli edifici di pregio che risultano mutati dagli ultimi interventi. Senza contare gli errori commessi sul fronte delle ripercussioni sulla viabilità. Riepilogando: gli edifici storici o di pregio non possono essere in alcun modo toccati, se non previo parere positivo della soprintendenza, mentre le pratiche per l’installazione di chioschi o gazebo dovrebbero essere vagliata quanto meno da una specifica commissione interna.

Una caterva di errori, insomma, che dovrebbe indurre i commissari (e le forze di polizia che indagano) ad assumere i conseguenziali provvedimenti.

 

© Copyright 2018 Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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