La Corte di assise di appello ha annullato sia la condanna inflitta a Anna Serino che quella inflitta a Domenico Cerasuolo, pari a 20 anni, ordinando la scarcerazione di entrambi, con la unica differenza che nei confronti di Cerasuolo ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica al fine di valutare l’inizio di un nuovo processo, il quale potrà avere luogo contestando a Cerasuolo una condotta materiale diversa da quella già mossa – l’aver affiancato Cutarelli durante la azione materiale – e ritenuta oggi infondata.
Infine, ad eccezione di Carlo Lo Russo, sono state ridotte le pene inflitte agli altri imputati: 20 anni inflitti a Raffaele Cutarelli, 13 anni e mesi 4 a Mariano Torre.
Gli imputati appartenenti al clan dei “Capitoni”, operante nel quartiere di Miano a nord di Napoli, sono stati accusati dell’omicidio di Pasquale Izzi a marzo del 2016.
La sentenza di primo grado fu emessa in data a dicembre dello stesso anno dal gup presso il Tribunale di Napoli il quale condannò ad anni 16 anni Carlo Lo Russo, a 20 anni Anna Serino e Domenico Cerasuolo, mentre condannò all’ergastolo Raffaele Cutarelli e Mariano Torre, nonostante questi ultimi avessero confessato la partecipazione al delitto.
Colpo di scena. Nel corso del giudizio di appello, sono state assunte nuove prove: l’esame del neo pentito Mariano Torre, richiesto dalla Procura Generale e, la perizia trascrittiva di alcune conversazioni ottenuta dalla difesa di Anna Serino, rappresentata dall’avvocato Annalisa Senese. All’esito delle prove solo pochi giorni fa acquisite, la difesa di Domenico Cerasuolo, rappresentata dall’avvocato Dario Vannetiello, che si è aggiunto subito dopo il processo di primo grado all’avvocato Raffaele Chiummariello, ha avvertito la necessità di depositare due memorie difensive alla luce del mutato quadro probatorio verificatosi in appello.
