Marano, al Comune c’è lo strano caso del dirigente Di Pace. L’ente rischia ulteriori bastonature in sede legale?

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E’ stata per anni una sciagurata prassi, che è costata al Comune (e costerà ancora) soldi, tanti soldi ai contribuenti. Soldi che l’ente liquida ai dipendenti utilizzati, per svariati anni, con mansioni superiori. Dipendenti che, alla fine del percorso lavorativo, trascinano il Comune in tribunale e si fanno pagare (per il lavoro non corrispondente alla propria qualifica professionale) profumatamente.

E’ accaduto anche di recente, con un dipendente, S.R., che si è visto liquidare la bellezza di 65 mila, frutto di una sentenza del tribunale Napoli nord.

E allora torna d’attualità il caso di Pasquale Di Pace, meglio noto come Pasqualino negli uffici del municipio. Pasquale Di Pace è il dirigente del settore tecnico di via Nuvoletta. Ha responsabilità totale sui lavori pubblici e sull’area urbanistica. Meno di un anno fa, il Di Pace vinse una procedura concorsuale (tempo determinato) per un posto al Comune di Marano “di alta professionalità per l’area tecnica”. Badate bene alla dicitura: alta professionalità che, norme alla mano, si dovrebbe tradurre in un incarico specifico. Attività specifiche. Esempio: incarico per seguire la vicenda Pip, per il condono edilizio, per il Piu Europa o magari per il cimitero. Non certo, però, per dirigere un intero settore. E invece cosa è successo? Con un decreto commissariale, firmato dall’ex prefetto Antonio Reppucci, Di Pace è stato nominato prima dirigente del settore Lavori pubblici e da qualche tempo, archiviata la gestione Pepe (sovraordinato che aveva funzioni dirigenziali), dirige anche l’area urbanistica. E’ dunque il massimo responsabile del comparto, inteso nella sua generalità. Di specificità dell’incarico si parla anche nel suo contratto d’assunzione che, effettivamente, fa riferimento ad alcune singole attività da svolgere. Con il successivo decreto, cioè quello firmato dal solo Reppucci, si è compiuta tuttavia quella che per tanti è una evidente forzatura procedurale, almeno leggendo il comma 2 dell’articolo 110 del testo unico per gli enti locali.

Di Pace, per il ruolo che svolge, non incassa (al momento) compensi extra, superiori a quelli previsti dalla sua procedura concorsuale, ma ciò non toglie che potrebbe un domani – una volta uscita di scena la commissione straordinaria a o in caso di suo volontario addio – rivolgersi al giudice del lavoro per ottenere il surplus economico dovuto all’espletamento delle mansioni superiori. E’ già capitato tante volte e potrebbe capitare nuovamente. Se ciò accadesse, e lo scriviamo senza ricorrere a giri di parola, la colpa sarebbe in primis di Reppucci e, in subordine, di Di Menna, Greco e De Caro, che ancora oggi avallano tale situazione, seppur per motivi di organizzazione generale della struttura. Tra l’altro – secondo alcuni – si configurerebbe anche una sorta di abuso di ufficio, visto che coloro che avrebbero potuto partecipare al concorso poi vinto da Di Pace non erano certo al corrente che alla fine avrebbe gestito un intero comparto. Chissà quante persone, insomma, hanno desistito ritenendo di non avere i titoli necessari o solo quelli richiesti dal bando. E’ tutto normale?

Pasquale Di Pace, ad oggi, non segue soltanto i lavori pubblici e l’urbanistica, ma si occupa anche dell’igiene urbana e del settore attività produttive (con risultati non proprio eclatanti), che proprio in queste ore, al pari di alcuni comparti della municipale, è finito nuovamente sotto i riflettori per alcune concessioni (gazebo, Scie e quant’altro) date forse frettolosamente, tanto da indurre lo stesso Di Pace e il sovraordinato Pepe a correre ai ripari con il ritiro dei provvedimenti in autotutela.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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