L’opinione. Socialismo e democrazia e il punto sulle ultime elezioni

0
445 Visite

E’ iniziata la terza Repubblica, la seconda ci ha consegnato con le ultime elezioni e, con una legge elettorale ne’ maggioritaria ne’ proporzionale, 2/3 di nominati, un quadro a dir poco sconsolante sia per la governabilita’ del Paese sia per i risultati riportati dai partiti che hanno governato il paese negli ultimi ventitré anni. Il modo peggiore di concepire la politica, dove, al confronto dialettico, e’ prevalsa la lotta intestina al loro interno, con l’abbandono sempre crescente tra l’eletto e l’elettore, sfociato con una divisione dell’area di centro- sinistra, dove l’egoismo di pochi ha prevalso sul desiderio dei tanti ed un centro- destra rabberciato, che pur di vincere, ha portato alla sua guida Salvini, l’uomo che rivendica l’antieuropeismo alla Le Pen, ed ha indotto i cittadini, in buona parte popolo della sinistra, ad affidarsi a forze esterne alla partitocrazia che poco o nulla aveva contribuito alla loro rigenerazione. I partiti sono e restano i pilastri di una democrazia parlamentare.

Al Nord, con l’affermazione della Lega ed al Sud, con la schiacciante vittoria dei 5 Stelle, il Paese si e’ diviso e la forbice si e’ allargata in termini di bisogni e di servizi. Alla luce dei risultati, il Movimento 5 Stelle e’ andato oltre qualsiasi previsione. In Campania addirittura si e’ aggiudicato oltre il 50% dei consensi. Nel collegio di Pozzuoli, all’uninominale e’ stato eletto a deputato il giovane concittadino, Andrea Caso, figlio di un amico e compagno socialista, al quale non si puo’ che augurare con soddisfazione buon lavoro e l’auspicio che possa apportare un contributo fattivo a questa martoriata terra della zona flegrea-giuglianese.

All’evento circoscritto, in se positivo, il Movimento 5 Stelle, sotto la guida del conterraneo Luigi Di Maio, ha riscosso nel paese il consenso di circa un terzo degli elettori, tale da rendere il movimento la prima forza politica per cui impone al mondo progressista che poggia la sua forza, nella volonta’ popolare, una scelta di campo.

Una prima domanda. Una apertura di credito, se pur limitata, bisogna riconoscerla al Movimento 5 Stelle oppure alla Lega di Salvini?. Senza ombra di dubbio a Luigi Di Maio.

Il da farsi, il partito democratico con i suoi risultati che vanno al disotto del 20%, ma resta determinante, dovrebbe subito aprire una discussione franca e costruttiva, partendo da una autocritica, nei suoi organismi decisionali, possibilmente in quel che rimane, del suo popolo, per definire il credito da concedere. All’appello del Capo dello Stato “Ora serve responsabilita’, si pensi all’interesse del Paese” la scelta e’ limitata solo alle nomine istituzionali oppure bisogna concedere un tempo piu’ ampio di verifica su alcuni punti prioritari quali la modifica della legge elettorale ed, in particolare, il DEF dove il prossimo Governo minoritario può esplicitare la sua linea?. A quanto si apprende dai mass-media sembra che Renzi ed il suo “Giglio Magico” lavorino in tutt’altra direzione volendo rincorrere a tutti i costi ad alleanze ibride. Mi auguro di sbagliare!

Questa svolta epocale per il nostro paese che si può’ leggere come una volonta’ rinnovatrice che ha preso il sopravvento sulla conservazione dove tutto cambia perché nulla cambi, mi ha spinto a rileggere alcuni scritti di Carlo Rosselli, sulle crisi cicliche del socialsmo. Nel secolo scorso il politico Rosselli, vittima del regime fascista unitamente al fratello Nello, aveva pensato al Socialismo-liberale, corrente di pensiero tradotta in Giustizia e Libertà i cui adepti aderirono, successivamente, nella quasi totalita’, al PSI ed al PSDI, e contribuirono in modo determinante alla corrente di pensiero del riformismo socialista, oggi da più’ parte invocata.

Il mondo ha bisogno di valori come giustizia sociale, liberta’ e socialismo coniugato con democrazia ed il nostro paese non e’ da meno, valori che fanno parte del patrimonio dei socialisti.

Di fronte alla globalizzazione dove la finanza ha preso il sopravvento sulla produzione; il libero mercato, in alcuni Stati come gli USA, ricorre ad una politica protezionistica; le disuguaglianze si accentuano con la presenza di nuove poverta’; lo spostamento migratorio, se non regolato, inculca paura nella popolazione e non e’ visto come risorsa; le ricchezze concentrate in poche mani, ci vorrebbe un nuovo Rosselli europeo ed un gruppo pensante che programmi un SOCIALISMO del XXI SECOLO che superi i nazionalismi esistenti e preveda un soggetto politico in cui le diverse correnti di pensiero, dal basso, a partire dai cattolici progressisti agli ambientalisti, dai riformisti ai massimalisti, con un confronto franco e costruttivo trovino la sintesi di un comune intento per una migliore governabilita’ del paese, proiettato ad un Europa Politica, dei Popoli. Cio’ e’ raggiungibile, non e’ un’utopia, ma la strada da percorrere.

Dalla Città’ di Napoli, capitale del Mezzogiorno e del Bacino Meditteraneo, che ha saputo per primo registrare una volonta’ di cambiamento, può’ partire un’iniziativa a livello europeo che possa ridare fiducia ai cittadini.

Franco De Magistris

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti