Il voto di scambio, il Pip, le strane rapine subite da Di Guida e i collegamenti con Basile e Polverino. Spunta una vecchia intercettazione sul cemento della Cafa 90

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Tra l’aprile del 2014 e il febbraio del 2015, Antonio Di Guida, l’imprenditore ed ex assessore di Forza Italia arrestato nell’ambito dell’inchiesta Pip, fu vittima di una rapina (a Marano) e un’aggressione all’interno del proprio appartamento. Anche un suo collaboratore, nel febbraio del 2015, fu oggetto di furto, sempre a Marano, in via Corree dove aveva sede lo studio di Di Guida. In quell’occasione i malviventi riuscirono a portar via documenti, timbri e cambiali di diverse società riconducibili a Di Guida, tra cui la Vasad Immobiliare.

Fatti delittuosi che nell’entourage di Di Guida veniva etichettati come “dispetti”, perché forse DI Guida “aveva pestato i piedi a qualcuno e non aveva voluto accondiscendere “. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di atti collegabili con la morte di Cesare Basile, socio di Di Guida, e gli avvertimenti patiti in precedenza dai Cesaro. L’ipotesi più accreditata è che i tre amici-soci siano stati oggetto di tali eventi poiché avrebbero dovuto corrispondere una somma di denaro ad una imprecisata organizzazione camorristica per la realizzazione del Parco dei Gerani ai Colli Aminei.

Gli inquirenti che seguono l’indagine (Pip e voto di scambio) sono convinti della contiguità di Di Guida al mondo della malavita organizzata e per avallare tale teorema prendono, tra i tanti atti a loro disposizione, spunto anche da una vecchia conversazione riportata in un’ordinanza di custodia cautelare del 2011 (Polverino + 83). Intercettazione registrata Montalto Gaetano e D’Errico Giuseppe (non indagati in questo filone d’indagine), i quali gestivano una nota società di produzione di conglomerati cementizi, la Ca.Fa. 90, di fatto riconducibile al “Barone” dei Camaldoli.

Nel corso della comunicazione Montalto affermava di aver energicamente redarguito un imprenditore di Marano, indicato con il nome Tonino, spiegando che questi, socio di Basile nella realizzazione di un complesso edilizio definito Villa dei gerani, aveva acquistato il calcestruzzo necessario da un imprenditore giuglianese, tal Aprovitola.

Montalto: “Tonì, io mi sento maltrattato, mi sento preso in giro e siccome, senza offesa, io cultura ed educazione ne ho da vendere, Tonì…su questo mi hai preso in giro in partenza. Per me è una grave offesa, perché a me chi mi deve prendere in giro deve essere uno migliore di me”.

D’Errico: “E lui cosa ha risposto?”

Montalto: “Ma io voglio capire, non voglio capire. Allora ti faccio capire subito, Tonì. Tonì, stai facendo un’altra fatica da me, lasciamo perdere per il passato. “Ma io (parla Di Guida) è un vecchietto, là prendevo il cemento”. Non parlare, ho detto, di 15 anni fa, quando io non ci stavo. Ho detto: gli hai fatto portare neanche una commessa, fuori non ci hai fatto portare niente più, Tonì. “Ma io…là me l’hanno imposto” (parla Di Guida”.

Montalto: “Adesso pensiamo ai Colli Aminei, là sta….la villa dei Gerani, Tonì tu mi dicesti, non lo so, non lo so, non mi parlare….Aprovitola, e chi sono questi qua? Chi sono? la zingara? Che me ne fotte della zingara Aprovitola? Ma è venuto zoppicando o tutto impostato, come è venuto? Non mi scassare il cazzo, il lato di Giugliano come io non vado a dare fastidio a lui-

Montalto: “Fammi sapere, cho è Basile? E’ quello siciliano. Ma tu ci hai parlato con Basile, Tonì? Ma gli hai detto che Gaetano Montalto è di Marano. “No, quello ha detto (parla Tonino)”…Tonì, non dire bugie, sai perché non devi dire bugie? Perché tu hai parlato con il socio tuo e io ho parlato con il mio. Il masto tuo, Tonì. “Com’è il masto mio? (parla Di guida), Eh, Tonì, hai capito bene, ma tu sei o no di Marano? E il masto tuo allora Tonì. Mi hai capito! Allora Peppe Polverino, quando ho detto: vedi che là sta un altro socio che è Basile….”non ti preoccupare 8(frase che sarebbe stata riferita da Polverino Giuseppe a Montalto). Allora Tonì, mi fai una cortesia, gli vuoi dire a Basile, per imbasciata fatta e mi fai sapere, anzi tu fai il tuo percorso, io mi faccio il mio”.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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