Prime battute del processo sull’area Pip di Marano. I Cesaro in videoconferenza: “Non avevamo bisogno dei soldi dei Polverino”

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Processo Pip, oggi in aula la prima udienza del dibattimento che vede coinvolti i fratelli Aniello e Raffele Cesaro, tecnici e imprenditori di Marano. Prime schermaglie stamani tra pubblica accusa, che ha chiesto di mettere agli atti tutte le trascrizioni delle conversazioni degli imputati, e i difensori presenti in aula. A prendere la parola, con due dichiarazioni spontanee, i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, entrambi collegati in videoconferenza dal carcere di Terni. “Ancora non mi capacito del motivo per cui sono in carcere, non ho mai avuto rapporti con i Polverino né tanto meno avrei accettato i loro finanziamenti. Le nostre società erano solidissime e non avevamo certo bisogno di accordarci o ricevere somme dal boss Polverino”.

In aula, nell’apposito gabbiotto riservato ai detenuti, erano presenti Antonio Di Guida, visibilmente provato, e Salvatore Polverino, figlio del latitante Antonio. I due non hanno preso la parola. La prossima udienza è fissata per il 9 gennaio. In quella data sarà individuato il perito chiamato ad analizzare le conversazioni oggetto del beve dibattito odierno.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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