569 Visite
Gentile dottore, sono una donna matura e felicemente sposata da 30 anni. Alla soglia dei 60 anni mio marito, padre presente sempre e compagno di vita ideale, per come ha saputo essere accanto a me amico amante e tenero confidente, ha lasciato che il nostro matrimonio scivolasse progressivamente nella categoria dei matrimoni “bianchi”. Da anni ormai, a ben pensarci da quando il terzo dei nostri figli è uscito dalla casa per vivere con la fidanzata, non abbiamo più rapporti intimi; con motivazioni sempre diverse ed evasive, ogni mio approccio andava deluso. Alla richiesta esplicita di spiegazioni, qualche tempo fa mi ha risposto che la nostra unione ormai può elevarsi ad un livello spirituale, superiore, oltre la fisicità e il piacere. Mi ha chiesto di rispettare la sua scelta e condividerla come abbiamo condiviso tutto. Ma come si fa? Si è sempre detto che non esiste sesso senza amore, nella nostra generazione, ma amore senza sesso?
Possiamo rinunciare, pur nella maturità, a cercare sostanza e forma al sentimento nella carezza, nel piacere fisico?
Loredana, Roma
Gli innamorati che si scelgono lo fanno nel segno dell’eternità, pensando al loro rapporto come unico e indissolubile, differente dagli altri e per questo indivisibile. Non sempre è così e la disillusione viene fuori oscurando la idealizzazione che, un tempo, aveva coperto la realtà, tenuta a bada dalla sagacia e dalla cura. Secondo una logica consumistica i rapporti possono finire; alla stregua di ogni altro oggetto hanno un tempo nell’arco del quale si consumano, si deteriorano e finiscono. Contengono in sé la fine già nel momento stesso in cui iniziano. All’amore dovrebbe essere riservato un destino differente, non simile a quello di un oggetto la cui sostituzione è possibile e immediata. L’amore può finire come qualsiasi altra cosa appartenente all’esistenza umana, e questo è supportato da numerose tesi di analisti e studiosi. Freud affermava che la passione è un delirio, il cui unico pregio è quello di durare poco; ma in questo processo dissolutivo qual è il fine dell’uomo? Assistere all’agonia come semplice spettatore! Quanto pesa la propria responsabilità in questo disfacimento? Oltre l’illusione c’è la realtà che fa presagire quello che si sta verificando nella coppia. I segnali vengono colti nella comunicazione che comincia a cambiare. Però ostinatamente si perpetuano i soliti schemi, come se fosse tutto uguale a prima, senza avere il coraggio di affrontare i cambiamenti, mettendosi in discussione. La vita spirituale non è della coppia, appartiene ad altri ambiti.
Raffaele Virgilio, psicologo e psicoterapeuta
raffaelevirgilio@gmail.com
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews