Giudice di Pace, chiusura più vicina e il presidente Garzo fa a “pezzi” i comuni. Ecco cosa ha scritto al Ministero

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Giudice di Pace, chiusura ormai ad un passo. Il durissimo attacco del presidente del tribunale Napoli nord Elisabetta Garzo, che non disdegna stoccate ai comuni dell’hinterland.
Il magistrato, da tempo alle prese con i mal di pancia degli amministratori locali, in perenne lite tra loro sulle modalità di suddivisione delle spese di gestione e sul personale da destinare alla struttura di piazzale san Escrivà de Balaguer, ha inviato una nota al ministero della Giustizia che non lascia spazio ad alcuna interpretazione: “Si insiste – scrive la Garzo in uno dei passaggi più emblematici della missiva inviata a Roma – per l’accoglimento della richiesta di chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace di Marano, per evitare che lo stesso diventi simbolo di denegata giustizia con pregiudizio per l’intera utenza e la cittadinanza del territorio interessato”. La disamina del presidente del tribunale Napoli nord è impietosa:
“Nel periodo intercorso dalla prima richiesta di chiusura, risalente al 20 ottobre del 2016 – aggiunge la Garzo – le uniche novità, al netto degli impegni promessi dal Comune di Giugliano e dalla Regione (il riferimento è alla unità lavorative annunciate ma non ancora arrivate a Marano, ndr), attengono al pensionamento dell’unico cancelliere destinato al settore penale e all’inopinata sostituzione dell’unico assistente presente con altra unità del tutto priva di esperienza nella gestione dei servizi amministrativi, essendo impiegato nel Comune di Qualiano con funzioni di custode del cimitero”.
E ancora: “L’andamento dei servizi risente di difficoltà gestionali quotidiani, quali dipendenti continuamente sostituiti, comuni che in ogni occasione preannunciano la volontà di fuoriuscire dalla convenzione, blocchi continui dei registri informatizzati e mancanza del ben che minimo approvvigionamento del materiale di cancelleria”.
Poi la stoccata ai comuni, Marano, Mugnano, Villaricca, Melito, Qualiano e Calvizzano, che due anni fa sottoscrissero una convenzione per salvare il presidio di giustizia ma che ora sono in “guerra” con Giugliano, ente che quella convenzione non l’ha mai firmata: “Non posso che sottolineare e confermare, con viva forza – conclude il presidente del tribunale – l’assenza di una volontà politica concreta degli enti territoriali di mantenere in piedi la struttura consentendone l’operatività”.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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