L’angolo della cazzimma. Marano, il “camerata” Bonino, dirigente al Personale, dice di non aver tempo per verificare la legittimità e regolarità di nomine e concorsi al Comune contestati

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Il “camerata” Giuseppe Bonino, da qualche mese dirigente del settore economico e dell’area Personale del Comune – come si suol dire dalle nostre parti – “è trasut e sicc e s’è mis’ ‘e chiatt”, ovvero è entrato magro ed è subito ingrassato.

Il buon Bonino, con esperienze politiche in Fratelli d’Italia (è stato membro dell’assemblea nazionale del partito della Meloni), sembra essersi subito adattato all’indolenza tipica degli uffici comunali di Marano. Se gli chiedi, come è capitato noi, di verificare la legittimità di alcuni concorsi e procedure che hanno portato alla nomina di dirigenti e funzionari, risponde (letteralmente) che “non ha tempo per queste cose”. Ma come, il dirigente al Personale, che conosce a menadito le polemiche sorte sui concorsi che hanno visto vincitori la dipendente Paola Cocca, anch’ella al settore Personale, e le procedure, a dir poco forzate, che hanno portato alla nomina di Pasquale Di Pace e Francesco Pepe quali dirigenti del settore Lavori pubblici e Urbanistica, risponde in tal modo?

Capita di ricevere anche queste risposte al Comune che – secondo quanto spiegato dal prefetto Reppucci al suo arrivo in città – doveva essere “la casa della trasparenza”.

Ebbene, passi che il “camerata” Bonino abbia (inopinatamente secondo molti osservatori) creato un nuovo settore all’interno della macchina comunale, per la precisione quello alle risorse umane, sottratto in pratica all’area amministrativa e inserito sotto l’ombrello dell’area economica, muovendosi forse per favorire in futuro qualche attuale funzionario; passi anche che abbia concesso ad un parco, uno di quelli morosi, la possibilità di rateizzare la prima tranche in due mini tranche, contrariamente a quanto comunicatogli dai vertici amministrativi e contrariamente a quanto fatto con altri morosi; passi anche che sia stata la quarta scelta del Comune, ripescato solo dopo le rinunce di altri tre papabili dirigenti del settore economico (tutti scappati dopo aver parlato con uno dei commissari), ma che su specifica domanda, rivoltagli dagli organi di stampa, risponda in quel modo (“non ho tempo per queste cose, io non faccio il giudice”) ci sembra davvero troppo.

Ricordiamo, sommessamente, al “camerata” Bonino che il suo stipendio di dirigente è pagato dai contribuenti di Marano; che il suo ruolo gli impone di fare chiarezza sulle procedure attinenti alle nomine di dirigenti e funzionari, vecchi e nuovi (perché non si verificano i titoli di studi e le modalità di assunzione o nomine in determinate aree dei vari De Biase, Di Grezia, Cocca, Di Pace, Pepe e compagnia cantante?) e che, in qualità di dirigente comunale, è tenuto a rispondere agli organi di stampa con maggiore rispetto. Ma soprattutto che il primo della classe lo può andare a fare ad Angri, suo paese natio, e non certo a Marano, dove i cittadini e la stampa sono fin troppo smaliziati e attenti per non capire che di mettere mano in certe faccende, forse, il caro “camerata” non ha alcuna voglia.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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