Marano, i silenzi del Pd e la sfida per il dopo Morra

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Del Pd di Marano non si hanno notizie dall’ultimo convegno, quello che si tenne lo scorso 23 giugno nella sala Cavallo del municipio. Il tema della discussione era lo scioglimento del Comune per infiltrazioni della camorra. Poi, da allora, tutti sono andati in letargo. Non che prima, tra le file dei democratici, ci fosse chissà quale attivismo. Di loro si sono perse le tracce dalla fine della scorsa consiliatura e dall’arrivo in città del commissario Fico, poi sostituito da Reppucci, Greco e De Caro. La forza politica, che ha sostenuto le esperienze amministrative di Perrotta e Cavallo, non ha avuto più nulla da dire. Eppure di cose da dire e denunciare ve ne sarebbero a iosa. Le voci di dentro al partito riferiscono di imminenti dimissioni del segretario Matteo Morra, ex assessore di epoca perrottiana, che in realtà le avrebbe già messe sul tavolo. Si attende, però, l’imminente congresso per chiudere un’esperienza di segreteria iniziata qualche anno fa.

In mezzo c’erano state le primarie di coalizione per la candidatura a sindaco nel 2013, i colpi bassi, le faide tra le varie anime del partito, e la cocente delusione (per i “morriani”) per la sconfitta rimediata contro Michele Palladino, all’epoca esponente dell’Italia dei valori. Per molti i motivi dei silenzi, dei democratici (silenzi assordanti), sarebbero imputabili proprio all’attuale situazione interna, ormai in via di radicale mutamento. La reggenza del partito dovrebbe passare – sempre secondo i rumors – nelle mani di uno dei Coppola, Crescenzo o Pasquale, due ex consiglieri e assessori comunali che non hanno condiviso esperienze nei Democratici di Sinistra. Il primo Coppola, Crescenzo, è un ex rifondarolo, prima folgorato sulla via di Corrado Gabriele e poi dei “Cavallo”, inteso come famiglia e infine di Renzi; l’altro è un ex Verde, ex Margherita, “casilliano” doc, nel senso di Mario Casillo.

Non certo un ex comunista, Pasquale Coppola, ma un democristiano con l’occhio tendente a sinistra, con un passato a sostegno di Bertini dal quale prese poi le distanze. Chi  Tra loro, per la carica di segretario, potrebbe spuntarla però un terzo incomodo, che sarebbe il frutto di un accordo tra le parti e le varie anime interne. Per ora di politica, quella vera, non se ne parla. Non ne parla il Pd e non ne parlano nemmeno gli altri partiti maranesi, a dire il vero, tutti o quasi sepolti dallo scioglimento dell’ente e da inchieste giudiziarie che hanno coinvolto poteri forti e meno forti della città. Poteri che in qualche modo li hanno sostenuti.

Il Pd è assente dal dibattito anche per altre ragioni: non vuole, forse non può, puntare l’indice contro una commissione che, in dieci mesi, si è caratterizzata per il nulla assoluto. C’è chi non se la sente di dar fastidio a Minniti, l’uomo che ha individuato i tre commissari; ci sono altri che ritengono che la nottata debba passare così e che bisogna soltanto attendere il 2019, la primavera di quell’anno che sancirà il ritorno alle urne.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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