Marano, nel comune sciolto per camorra ancora casi inquietanti. Altre ordinanze di chiusura non fatte rispettare. A che gioco stanno giocando commissari, dirigenti, comandanti e sovraordinati?

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Si stanno verificando cose strane, stranissime, ed è meglio che chi di dovere inizi ad aprire gli occhi prima che accada l’irreparabile e che sia coinvolto anche lui in certe situazioni.

L’arrivo della commissione straordinaria e di qualche sovraordinato e nuovo dirigente al Comune non ha arrestato pratiche, malcostumi che si trascinano a Marano dalla notte dei tempi e che si pensava potessero scomparire con lo scioglimento per camorra del municipio.

Di cose strane ne vediamo e segnaliamo troppe, ma qualcuno continua a far finta di non vedere. L’ordinanza per la chiusura della Cerasella, ristorante abusivo da 20 anni, arrivò a destinazione dopo 20 giorni, dopo una serie inenarrabile di errori e “distrazioni”. Anche la chiusura della struttura fu imposta, in pratica, dall’intervento dei carabinieri allarmati dagli articoli di stampa sul caso. Il caso del capannone abusivo, poi, che doveva essere sgomberato in 20 giorni e siamo invece arrivati a sei mesi è a dir poco ridicolo.

Non ne parliamo delle ordinanze sui fuochi d’artificio, non rispettate, e non ne parliamo di quelle per la vendita degli alimenti in strada. I vigili si sono limitati a multare due poveri ambulanti e, nonostante l’ordinanza sia in vigore da 20 giorni, non hanno emesso il benché minimo verbale per le strutture commerciali che continuano a vendere praticamente in strada, talvolta anche vicino ai cumuli di rifiuti. Abbiamo foto, video con tanto di date, ma qualcuno ha deciso che la cosa non deve essere seguita per bene e c’è anche qualcuno che si è permesso di anticipare alcune mosse, avvertendo i commercianti prima dei programmati blitz.

I parcheggiatori abusivi? Sono ritornati ad impossessarsi di tutti gli spazi e tutti tacciono, fanno finta di non vedere. Come se non bastasse, nessun procedimento disciplinare è stato aperto nei confronti di coloro che – ordinanze alla mano – avrebbero fornito informazioni riservate o comunque interne all’ente a professionisti da qualche tempo finiti nelle patrie galere. Nessun procedimento disciplinare nemmeno per il funzionario di un settore che ebbe la dabbenaggine di portarsi nel proprio ufficio (senza custodirli in cassaforte) soldi e carte di identità.

Poi è arrivato un altro caso. L’ennesima ordinanza per abusi edilizi commessi dal titolare di un noto supermarket, tra l’altro di dimensione ben più ampie di quelle consentite dai regolamenti comunali. Tenici e vigili sono intervenuti, ovviamente dietro segnalazione di un residente della zona (non sarebbero mai andati di loro pugno), hanno certificato gli abusi, emesso ben 3 ordinanze per il ripristino dello stato dei luoghi e anche un’ordinanza per la chiusura dell’attività commerciale.

Ordinanza di chiusura ad horas, notificata il 3 agosto all’interessato e che contemplava che i destinatari sgomberassero il market nell’arco di cinque giorni ma con l’attività chiusa al pubblico. Come accaduto per altri casi, nessuno si è preoccupato di farla rispettare. Il market ha continuato ad operare nonostante fosse stato sancito il da farsi e ha avuto tutto il tempo di preparare gli atti richiesti dall’ufficio tecnico per l’eventuale ripristino dello stato dei luoghi. Alla vicenda si sono interessati in tanti, molti dei quali fortemente interessati a non far chiudere l’attività. Se non sei un commerciante o un costruttore, a Marano non puoi permetterti di sgarrare. Se invece appartieni a determinate categorie, puoi trovare facilmente le giuste scappatoie, chiedere tempo o altro. La legalità è sempre un optional e se non ci fosse qualche zelante cittadino o cronista a segnalare, nessuno vedrebbe un tubo.

A Marano è arrivato un colonnello dei vigili urbani, Luigi De Simone, da Gragnano. De Simone sembra avere il freno a mano alquanto tirato e piuttosto mosci sembrano essere anche altri dirigenti e sovraordinati. Inutile entrare nuovamente nella questione degli spostamenti dei dipendenti dell’ente, diventata la barzelletta dell’estate, né tanto meno nei casi Damiano e Di Pace, il primo spostato inopinatamente e senza alcun criterio dall’area commercio all’ufficio legale, e il secondo promosso dirigente di un settore (lavori pubblici) anche se la normativa vigente non lo consentiva e non lo consente.

I commissari si diano una mossa, il capo dei vigili si dia una mossa, il dottor Pepe, area urbanistica, si dia una mossa. Lavorano, non abbiamo dubbi, ma non basta. A Marano sono stati chiamati e sono pagati profumatamente per far rispettare la legge. Sulle altre cose possono anche commettere errori, ma sugli atti amministrativi e sul rispetto delle norme devono essere perfetti. La legge devono farla rispettare con qualsiasi mezzo, anche imponendosi su eventuali dipendenti fannulloni, lavativi o collusi. Se non sono in grado, devono avere l’onestà intellettuale di fare le valigie. Lavorano a Marano di Napoli, non a Marano Lagunare, e devono pertanto possedere quattro attributi e almeno quattro occhi. Se vogliono continuare su questa linea, quella soft e permissiva, non esiteremo a denunciare, con ancor più forza, le eventuali e altre future malefatte.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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