Camorra, clan Polverino le condanne in Appello: da uno a quattro in meno

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In primo grado le condanne, pronunciate ad aprile del 2015, partivano dagli otto anni fino ad arrivare ai trenta. Ora in Appello la Corte ha concesso un leggerissimo sconto di pena: da uno a quattro in meno per ogni imputato. Anche questo procedimento si è svolto con il rito ordinario. Fabio Allegro, ventotto anni di reclusione (avvocato Rosario Marsico); Attilio Cesarano, Angelo D’Alterio, Stefano Gallotti, Nicola Imbriani, Gaetano Montalto, Raffaele Spasiano e Raffaele Vallefuoco, dodici anni; Giuseppe D’Errico, sette anni; Salvatore Liccardi, trent’anni (difeso da Antonio Briganti); Ciro Manco ventisei anni (aveva un’imbarcazione «Ipanema 45» che gli è stata confiscata); Carlo Nappi diciotto anni; Castrese Paragliola sette anni; Roberto Perrone (nella foto), collaboratore di giustizia, ha ottenuto l’esclusione dell’imputazione di capo promotore del sodalizio con i Polverino e lo sconto di pena da sedici anni a otto; Giuseppe Perrotta ventisei anni e undici mesi; Antonio Polverino (latitante) vent’anni; Giuseppe Simioli (anche per lui l’esclusione di riferimento del clan), ventiquattro anni insieme a Castrese Ippolito. Tra gli altri avvocati anche Giuseppe Ricciulli e Annamaria Branca.

Alcuni di questi imputati sono accusati dell’omicidio dell’imprenditore e costruttore Enrico Amelio ucciso a colpi d’arma da fuoco a Quarto una sera d’ottobre del 2006. Attualmente si sta svolgendo il processo in Corte d’assise. Il pentito Roberto Perrone ha indicato Giuseppe Polverino quale mandante perché quest’ultimo aveva interessi economici nel settore dell’edilizia proprio dove si trovavano i cantieri di Amelio. Non voleva intralci.

Mario Conforto

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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