Lo stato dei lavori sulla collina dei Camaldoli in commissione Trasparenza. Ecco l’esito della discussione

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Presieduta da Mimmo Palmieri, la commissione Trasparenza ha discusso oggi dell’avanzamento e delle problematiche connesse ai lavori per la realizzazione dell’impianto di collettamento delle acque piovane e delle fognature del versante della collina dei Camaldoli che sovrasta Pianura e Soccavo. Sono intervenuti l’assessore all’Ambiente Del Giudice, l’assessore alle infrastrutture Calabrese, il professor Franco Ortolani, ordinario di geologia all’Università Federico II e l’ingegner Vincenzo Abagnale del Servizio Ciclo Integrato delle Acque del Comune.

Un territorio devastato, nel quale i lavori avviati nel 2006 dal Commissariato Straordinario di Governo per l’Emergenza Sottosuolo non sono stati ultimati, e nel quale si registra un altissimo rischio di tenuta idrogeologica. Così il presidente Palmieri ha descritto in avvio di riunione la situazione della dorsale della collina dei Camaldoli che sovrasta Pianura, un’area passata nella gestione ordinaria del Comune dal 2012;  occorre, inoltre, fare chiarezza sulle modalità di spesa dei fondi stanziati finora, una cifra totale di 34 milioni di euro, e sulle ragioni che impediscono il completamento dei lavori.

Il professor Ortolani ha illustrato i problemi strutturali e i rischi idrogeologici dell’area, aggravati da ulteriori fattori quali l’urbanizzazione spinta di entrambi i versanti della collina (alla base e alla sommità) e le conseguenze degli incendi e dei nubifragi che si verificano ciclicamente, causando di fatto vasti flussi di acqua e di fango che difficilmente possono essere sostenuti dalla rete urbana. Particolarmente rischiosa la situazione del versante della collina prospiciente Pianura, dove i flussi di fango sono più violenti per la presenza di diversi valloni sulla dorsale. Se a questo si aggiunge che solo una delle sei vasche di raccolta realizzate in base al progetto iniziale è in funzione, è necessario – ha concluso Ortolani- predisporre un sistema di allarme idrogeologico attraverso una rete pluviometrica per consentire tempestive operazioni di messa in sicurezza.

Nel suo intervento l’assessore Calabrese ha ricordato come questa amministrazione abbia, fin dal 2014, effettuato sforzi notevoli per l’azzeramento delle criticità che di fatto bloccavano i lavori per la realizzazione degli impianti, arrivando alla rescissione del contratto con la vecchia società vincitrice dell’appalto, la “Icg 2”: questo ha consentito di sbloccare una situazione ferma da anni, anche grazie all’approvazione di due delibere che hanno riavviato gli iter espropriativi per realizzare i lavori. Necessario –  ha concluso l’assessore – implementare la prevenzione sull’area attraverso un progetto già avviato per integrare la rete pluviometrica regionale e quella locale.

Un tavolo tecnico permanente solo sull’area dei Camaldoli da tenersi presso l’assessorato all’Ambiente, così il vicesindaco Del Giudice intende procedere per mettere insieme un pacchetto di azioni in sinergia con gli uffici comunali e con la Regione, soprattutto nell’ambito delle misure di Protezione Civile. Importante – ha concluso – sarà coinvolgere i cittadini, le associazioni e i coltivatori della zona per misure mirate di rinatulazizzazione dei suoli in funzione preventiva. L’ingegner Abagnale ha quindi illustrato i lavori che attualmente sono in corso sulla collina,  relativi all’appalto “Camaldoli II Lotto” bandito di nuovo dopo la rescissione del contratto, i cui lavori, della durata prevista di un anno, sono partiti lo scorso mese di maggio per una cifra di 3,250 milioni di euro. A questo vanno aggiunti – ha concluso Abagnale – altri due interventi nell’area dei Camaldoli a cura della società Sogesid, previsti da un accordo con il Ministero dell’Ambiente e Comune di Napoli.

Nel dibattito il consigliere Andrea Santoro (Misto – Fratelli d’Italia) ha definito un’occasione persa quella della collina dei Camaldoli, dove opere incompiute e soldi sperperati hanno reso vani tutti i progetti di sviluppo da anni presentati per l’area, sulla quale grava soprattutto una frammentazione istituzionale che non consente di guardare la collina nel suo complesso e dove l’Ente Parco Regionale delle Colline di Napoli è di fatto senza poteri. Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra), apprezzando l’attenzione della Commissione su quest’area, e riconoscendo a questa amministrazione un ruolo importante per aver fatto ripartire i lavori dopo la rescissione del contratto con “Icg2”, ha evidenziato l’importanza di monitorare costantemente il rischio idrogeologico in città, ricordando anche precedenti e analoghe criticità registrate nella zona dei Camaldolilli. Sono intervenuti inoltre il presidente della Municipalità Soccavo Lorenzo Giannalavigna, per evidenziare che quello della collina dei Camaldoli è un problema sottovalutato, e che le vasche funzionanti  a Pianura (Varchetta e Piccola Lourdes) sono piene di detriti, mentre quelle non funzionanti sono discariche a cielo aperto; Salvatore Passaro, consigliere dell’Ottava Municipalità, ha ribadito l’importanza che l’Amministrazione spenda i fondi assegnati (attualmente risultano non spesi 24 milioni di euro) per mettere in funzione gli impianti già realizzati attraverso una cabina di regia e Clementina Cozzolino, consigliera della Municipalità Vomero Arenella, ha ricordato l’importanza di un finanziamento regionale di 4 milioni di euro per il collettore Arena Sant’Antonio.

La riunione di oggi ha inaugurato, un metodo, ha concluso Palmieri, e sarà quindi necessario avviare d’ora in poi un lavoro comune, che comprenda anche le Municipalità, per riaccendere i riflettori su un problema sul quale c’è stata finora poca attenzione.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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