Camorra, Di Lauro junior? Forse è negli Emirati Arabi

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Lo hanno cercato ovunque, non lo hanno trovato, ma hanno raggiunto una consapevolezza: non è uscito dal giro, non si è inabissato del tutto, non ha chiuso i conti con i soldi sporchi. Anzi: su Marco Di Lauro, l’ormai famigerato «f4», latitante da 13 anni come boss di Secondigliano, le idee sono chiare. Droga, soldi sporchi, riciclaggio. Resta un fantasma, sparito assieme alla sua famiglia, ma terribilmente presente nell’economia deviata alle porte di Napoli. Tante piste battute in questi anni, la più attuale – quella su cui c’è una maggiore attenzione investigativa negli ultimi tempi -, porta a Dubai, nel cuore economico della finanza che conta, lì tra i grattacieli degli Emirati.

Una pista attuale si diceva, che punta a verificare rapporti tra il quarto figlio di Paolo Di Lauro («f4», secondo un libro mastro sequestrato nel cosiddetto «terzo mondo» di Secondigliano) e altri soggetti che hanno trovato a Dubai il proprio buen retiro: a partire da Raffaele Imperiale, quello diventato famoso perché custodiva due dipinti di Van Gogh trafugati quindici anni fa dal museo nazionale di Amsterdam (uomo inutilmente inseguito da un ordine di cattura inceppato nella procedura di estradizione), per finire ad una rete di potenziali fiancheggiatori che ogni settimana va su e giù per gli Emirati. I soldi, gli affari prima di tutto, ripetono ormai da tempo fonti ben accreditate, c’è chi è convinto che Marco Di Lauro si sia trasferito a Dubai o sia comunque transitato di recente da queste parti. Soldi, affari, privacy e la certezza di godere di una discreta capacità di movimento in una zona dove le manette italiane si fermano alla frontiera.

Condannato in via definitiva a dieci anni di reclusione per associazione camorristica e droga, Marco Di Lauro è stato assolto nei vari gradi di appello in questi anni da alcuni omicidi che hanno scandito la storia della faida atto primo: siamo tra il 2004 e il 2005, in pochi mesi vengono consumati oltre sessanta delitti, ma vengono arrestati anche il padrino Paolo Di Lauro e il figlio Cosimo (contro il quale era nata la faida degli scissionisti), quando lo scettro della reggenza passa a Marco Di Lauro.

Nei suoi confronti l’attenzione investigativa non è mai scemata, anche dopo la scarcerazione del fratello maggiore Vincenzo (che da due anni svolge attività imprenditoriali a prova di indagini), la Dda non ha mai archiviato la sua pratica. Inchiesta affidata ai pm Maurizio De Marco e Vincenza Marra, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Filippo Beatrice, Dubai è una pista obbligata, anche alla luce di quanto emerso dalle indagini culminate due anni fa negli arresti di Imperiale e del suo braccio destro Mario Cerrone. Per mesi sono stati monitorati strani incroci, sull’asse Roma-Dubai. Verifiche sugli imprenditori che si spostano negli Emirati, gente dal profilo apparentemente pulito, ma che spingono gli inquirenti a pensare che l’asse del narcotraffico e del riciclaggio si è spostato negli Emirati.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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