Marano, storie di abusi edilizi e di provvedimenti mai adottati dal Comune. Ecco cosa accadde nel 2004 e chi era coinvolto

0
918 Visite

Abusivismo edilizio, una delle principali piaghe della città di Marano. Una problematica che si trascina da decenni, sotto ogni giunta o commissione straordinaria. Da Credentino a Bertini, da Perrotta a Liccardo, dalla Tramonti alla Fico: il controllo del territorio è sempre stato un tallone d’Achille per il Comune. Spulciando tra gli atti delle varie commissioni di indagine che si sono alternate al Comune, ci si imbatte in nomi di persone che sono state poi destinatarie di provvedimenti cautelari da parte della magistratura e che hanno ricevuto “benefici” dall’ente cittadino.

Nel 2004, gestione Bertini, la commissione che indagò sul Comune di Marano rilevò le seguenti cose:

“Nonostante gli strumenti di controllo preventivo e repressivo sull’attività edilizia previsti dalla legge con sempre maggiore severità, il fenomeno degli abusi edilizi a Marano negli ultimi decenni è stato sempre crescente.

Trattasi delle frequentissime ipotesi di opere realizzare senza le prescritte approvazioni dell’autorità amministrativa, ovvero in totale spregio dei vincoli di inedificabilità assoluta gravanti sul territorio.

A questa gravità del fenomeno degli abusi edilizi ha fatto da pendant la responsabilità della civica amministrazione derivante dalla mancata attuazione dei piani esecutivi del Piano regolatore, ma anche e principalmente dallo scarso impegno manifestato sia nell’attività di vigilanza e controllo del territorio demandata prima al sindaco, poi ai competenti dirigenti legati allo stesso da rapporto fiduciario, sia nella omessa repressione del fenomeno attraverso la mancata attivazione delle procedure per l’abbattimento dei manufatti abusivi previa acquisizione al patrimonio comunale dell’area di sedime”.

A Marano, e siamo soltanto nei primi anni del 2000, furono registrati circa 8 mila abusi edilizi (ora triplicati o quadruplicati),mediante acquisizione delle domande di condono, tutti eseguiti in assenza di concessione o autorizzazione edilizia.

“La commissione – aggiungevano gli ispettori dell’epoca – ha concentrato la sua attenzione in particolare sulla situazione della zona G4 del Prg, oggetto di numerosi esposti ed interrogazioni parlamentari pervenuti all’ufficio territoriale di governo.

La zona G4 consente l’avvio di attività costruttive per la realizzazione di opere per servizi cimiteriali, tombe e cappelle private. La zona G4 e la fascia di rispetto cimiteriale assoggettata non consentono costruzioni di alcun genere. Inoltre nella fascia di rispetto è consentita la realizzazione di strade, parcheggi e verde pubblico.

Si è rilevato invece che la zona in questione all’epoca della redazione del piano regolatore era priva di costruzioni e divisa in particelle catastali. Oggi (anno 2004 ndr) su tale area insistono diversi fabbricati, alcuni di notevole consistenza volumetrica ed uno in particolare denominato Country club con annesso fabbricato ad uso foresteria, i cui proprietari risultano essere Giuseppe Felaco e…omissis.

I proprietari dei suddetti immobili abusivi hanno presentato al Comune istanza di condono. Il Comune di Marano, anziché avviare le procedure per la demolizione, essendo la zona oggetto di inedificabilità assoluta, ha posto in essere alcuni atti amministrativi per sanare gli abusi, rilasciando concessioni in sanatoria e, per due abusi, fermandosi alla prima fase della procedura (ingiunzione di demolizione).

Tale problematica – osservava la commissione di indagine – trae origine da un iter burocratico amministrativo antecedente al 2004, ma pur sempre riconducibile al 1995, epoca di gestione di Bertini”.

Che cosa rilevò quella Commissione inviata dalla prefettura?

Che il Comune di Marano aveva rilasciato, in località Grifone, quella deputata ad ospitare il nuovo cimitero, in quel periodo i seguenti titoli concessori:

concessione edilizia in sanatoria ai signori Guarino F. e Passaro P;

concessione edilizia in sanatoria al signor Scamperti F.;

concessione edilizia in sanatoria al signor De Filippo S.;

concessione edilizia in sanatoria al signor Capuano R.;

concessione edilizia rilasciata alla società Felaco fratelli S.p.A. di Felaco Luigi.

concessione edilizia in sanatoria al signor Felaco D., socio di M.M, moglie del pregiudicato Felaco Giuseppe, affiliato al clan Nuvoletta.;

concessione edilizia in sanatoria alla signora Pesce A.

Tra gli intestatari delle particelle della zona G4, secondo quanto rilevato all’epoca, spicca il nome di Gennaro Sarappo, arrestato nel 2003 in Spagna (traffico di droga) e recentemente a Marano, in quanto ritenuto affiliato al gruppo Orlando. Nella relazione dell’epoca figura anche il nome di Sarappo Mario, finito poi nel mirino della Dda.

“I manufatti edilizi risultano – scrivevano i commissari dell’epoca – realizzati abusivamente perché edificati in pieno regime di salvaguardia ed in contrasto con i vincoli di inedificabilità. Si ribadisce quindi che le opere realizzate in località Grifone non possono essere sanate poiché in contrasto con quei vincoli”.

Le opere abusive prese in esame dalla commissione d’accesso, anno 2004, sono ancora lì. E c’è ancora qualcuno al Comune, anno 2017, che anziché provvedere e darsi una mossa parla di improbabili condoni e sanatorie.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti