Clan Moccia, ecco l’elenco dei beni sequestrati per un valore di 10 milioni di euro

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Luigi MOCCIA è soggetto di allarmante pericolosità sociale, sia per l’efferatezza e solidità del clan di appartenenza, sia per il ruolo apicale rivestito nell’organigramma del sodalizio, svolto con continuità anche in costanza dei periodi di carcerazione subiti.  L’uomo registra numerosi precedenti penali per associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, violazione legge armi, corruzione di pubblico ufficiale, rapina, lesioni, ricettazione ed evasione.

Moccia è stato già destinatario di un decreto applicativo della misura di prevenzione nell’anno 1988, poi annullato il 5 luglio 1990.

Il 12 aprile 1995 il Tribunale di Napoli- Sezione Misure di Prevenzione aveva emesso un nuovo decreto applicativo di misura di prevenzione personale nei confronti del predetto con obbligo di soggiorno per cinque anni, divenuto successivamente definitivo. A seguito di reiterate interruzioni cagionate dai periodi detentivi del sottoposto, l’applicazione della misura ha poi avuto termine in data 23 dicembre 2011. Il provvedimento applicativo ripercorreva la condotta di vita del Moccia Luigi sottolineandone la stabile dedizione al crimine ed il costante inserimento nell’organizzazione criminale di famiglia.

Attualmente Moccia è indagato in un procedimento penale istruito presso il Tribunale di Roma per plurime ipotesi del delitto di cui agli artt. 12 quinquies comma 1 Legge 356/1992, aggravato dall’art. 7 Legge 203/91, commesse in Roma e Napoli negli anni 2012 e 2013.

Tale procedimento (come emerge dalla lettura del provvedimento cautelare che ha trovato conferma anche in sede di impugnazione) è relativo ad  un’indagine avente ad oggetto le ingerenze del Moccia in attività imprenditoriali in territorio laziale ed a Napoli compiute per agevolare il clan di appartenenza. Il 60enne effettuava fittizie intestazioni a soggetti terzi, al fine di dissimulare la provenienza delle somme utilizzate per effettuare gli investimenti in società laziali ed in un’attività alberghiera napoletana e di eludere le disposizioni in materia di prevenzione.

Atti giudiziari emessi in tale ultimo procedimento hanno ribadito ulteriormente l’esistenza del clan Moccia, ripercorrendo i molteplici provvedimenti giudiziari che lo hanno riguardato nel corso degli ultimi decenni e confermando l’esistenza di vastissime disponibilità finanziarie in capo alla famiglia Moccia che, al fine di diversificare gli investimenti e, verosimilmente, anche evitare indagini patrimoniali, intendeva spostare i propri interessi imprenditoriali su Roma.

Il citato decreto del Tribunale di Napoli, emesso in accoglimento di un’articolata proposta del Questore di Napoli, formulata a seguito di complessa e prolungata attività investigativa svolta dalla sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali, ha disposto il sequestro dei seguenti beni immobili, mobili, societari e finanziari nella disponibilità del Moccia, in ragione dell’accertata incongruenza dei redditi fiscali dichiarati rispetto alle acquisizioni patrimoniali:

  • Esteso complesso abitativo costituito da terreno di are 5,40 (540 mq.), un villino e tre appartamenti, per complessivi circa 40 vani, ubicato in Afragola (Na), via Rossini nr. 8-12.
  • Tre appartamenti ed un garage ubicati in Afragola, via Gramsci nr. 9.
  • Un terreno di are 2,15 (215 mq.) ubicato in Afragola, via Amendola nr. 108.
  • Un magazzino ubicato in Afragola, via Amendola nr. 108.
  • Due terreni adibiti a coltivazione agricola della metratura complessiva di 42.580 mq., ubicati in agro di Acerra (Na), località Ponte di Casolla.
  • Varie unità immobiliari distribuite su più livelli ubicate in Napoli alla via S. Pietro ad Aram -zona Stazione Centrale, aventi destinazioni d’uso commerciale di tipo alberghiero, allocate all’interno dell’Hotel San Pietro, (già sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito del descritto procedimento istruito presso il Tribunale di Roma.)
  • Totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della “GENI S.R.L.”, società attiva nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, con sede in Roma, alla via Caio Canuleio (anch’essa già sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito del procedimento istruito presso il Tribunale di Roma.)
  • Ditta individuale con sede fiscale in Roma  e luogo di esercizio in Afragola, alla via Cinquevie nr. 48, operante nel settore dei servizi di sostegno alle imprese.
  • Nr. nove auto-motoveicoli, intestati a persone fisiche e giuridiche.
  • Vari rapporti finanziari (bancari e postali) intrattenuti presso Poste Italiane e banche di interesse nazionale , materialmente radicati in Roma, Salerno ed Afragola.

Il valore complessivo dei beni posti sotto sequestro ammonta a circa dieci milioni di euro.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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