Vesuvio, cifre record: ma lo scempio continuo

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I settecentomila visitatori in un anno, tutti diretti al cratere. Un record appena raggiunto che proietta il Gran Cono al primo posto tra i siti naturalistici d’Italia e al secondo tra le mete turistiche in Campania, dopo Pompei. Ma sono pochissimi quelli che restano in alberghi e bed&breakfast. Il Parco Vesuvio continua ad essere il regno del «mordi e fuggi». Ed è anche l’area delle contraddizioni, della valorizzazione mai compiuta, tra cemento selvaggio e sversamento abusivo di rifiuti. I nodi da sciogliere nel territorio alle falde del vulcano sono sempre gli stessi. E sono molti i paradossi.

Il Gran Cono che viene preso d’assalto da turisti di tutto il mondo, vogliosi di passeggiare fino a quota mille metri. Nel 2016 sono stati 700mila, con un 17 per cento in più rispetto all’anno precedente. Il punto è che gran parte di questi visitatori non restano nei tredici Comuni che fanno parte dell’area protetta: passano una sola giornata all’ombra del vulcano e poi corrono in costiera sorrentina e amalfitana o a Napoli. Al mancato decollo del turismo stanziale, poi, si aggiungono i problemi di un territorio fortemente urbanizzato, da anni aggredito da una cementificazione selvaggia e da sversamenti illegali di rifiuti. Dal 1997 al 2016 sono state emesse oltre 2000 ordinanze di sospensione dei lavori e di riduzione in ripristino dello stato dei luoghi, con una media di circa 110 ordinanze all’anno.

Circa il 40 per cento delle ordinanze di demolizione, tuttavia, sono oggetto di ricorsi al Tar o di ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica: ecco perché i tempi burocratici di abbattimento di un manufatto abusivo sono spesso lunghi. C’è poi la questione dei condoni. Circa 70mila le richieste di sanatoria presentate complessivamente nei 13 Comuni nel Parco: più di 3000 a Terzigno, 5500 ad Ottaviano , circa 10000 a Torre del Greco, quasi 3000 a Sant’Anastasia. Cittadini che aspettano di sapere se il loro manufatto può essere regolarizzato o no. Un segnale positivo per l’operazione rilancio arriva dalla scelta dei componenti del consiglio direttivo dell’ente Parco Nazionale del Vesuvio. Non accadeva dal 2009 (quando il Tar bocciò alcune nomine).

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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