In Campania 25 nuovi siti per il compost: Giugliano e Tufino in pole

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Un solo impianto di compostaggio funzionante, a Salerno, e quasi 900mila tonnellate di umido che, per essere lavorate, vengono portate fuori regione. È una delle tante facce di un sistema, quello di smaltimento dei rifiuti, che stenta ancora a decollare. Ne sa qualcosa l’Unione europea, che ha deciso di sanzionare con una maxi-multa l’Italia proprio a causa dei ritardi e delle inefficienze della Campania. Si tratta, allora, di rimboccarsi le maniche, e di farlo senza indugi. Tra gli obiettivi indicati dal governatore Vincenzo De Luca per chiudere il ciclo dei rifiuti c’è la realizzazione di 25 impianti per il trattamento del compost, spalmati nelle cinque province. La strada è ovviamente in salita se si pensa che, in tutto questo tempo, si è riusciti a rendere operativo un solo sito. I fondi, almeno, ci sono. Si tratta di 222 milioni destinati a tale scopo nell’ambito del Patto per la Campania, sottoscritto ad aprile scorso dallo stesso De Luca con l’allora premier Matteo Renzi. Adesso, tuttavia, viene il difficile perché queste risorse dovranno essere spese, e di certo non in tempi biblici.

Se i finanziamenti sono già stati reperiti da circa un anno, ciò che mancava finora era la localizzazione dei futuri impianti. Ebbene oggi, finalmente, una mappa esiste. La si compone analizzando le 37 istanze pervenute nell’ambito della manifestazione di interesse lanciata da Palazzo Santa Lucia, presentate da altrettante amministrazioni comunali che in cambio otterrebbero benefici economici. Poiché le strutture previste sono 25, alcune di queste proposte verranno per forza di cose accantonate. Proprio per stabilire con precisione quali progetti finanziare e portare avanti, la prossima settimana De Luca terrà una riunione con dirigenti e tecnici dei Comuni interessati per «sciogliere il nodo delle gare»: «Vediamo – ha spiegato il presidente della giunta in conferenza stampa – se i Comuni hanno la capacità di farsi carico del progetto e delle gare altrimenti la Regione li sosterrà». Ma quali sono i siti che potrebbero ospitare gli impianti? In primis gli Stir di Giugliano e Tufino in provincia di Napoli, quello di Battipaglia nel Salernitano e quello di Santa Maria La Fossa nel Casertano, che saranno interessati da lavori di ampliamento e di ammodernamento tecnologico e che avranno una capacità complessiva di 135mila tonnellate (tutti i numeri sono riportati nel grafico pubblicato in questa pagina). Per quanto riguarda il capoluogo partenopeo, l’ipotesi Scampia è definitivamente tramontata per le proteste degli abitanti mentre la scelta è caduta su Napoli Est, che secondo il vecchio piano rifiuti della Regione avrebbe invece dovuto ospitare un termovalorizzatore.

Come chiesto dall’amministrazione comunale, nella zona orientale sorgerà un piccolo sito, con una capacità di circa 30mila tonnellate (mentre dovrebbe essere scartata la richiesta di un altro impianto privato di 30mila tonnellate): del resto anche la giunta De Luca ha scelto di optare per un numero maggiore di impianti ma di dimensioni inferiori. Ciò ha spinto altri Comuni del Napoletano a farsi avanti. È il caso di Pomigliano d’Arco, Afragola, Villaricca, Marigliano, Casalnuovo e pure di Anacapri, comune dell’isola azzurra, che si candida ad accogliere un mini-impianto da 3mila tonnellate. Se venissero effettivamente finanziate tutte le richieste, la capacità della provincia di Napoli per il trattamento del compost sarebbe pari a 273mila tonnellate. A Caserta e provincia, invece, i siti potrebbero essere 8 per un totale di 219mila tonnellate, nel Sannio 2 per 60mila tonnellate, in Irpinia 6 per 180mila tonnellate. Infine la provincia di Salerno (non il comune capoluogo, che ha appunto l’unico impianto funzionante della regione), dove dovrebbero sorgere 9 impianti per 283mila tonnellate, dunque più di Napoli e provincia.

Qualora davvero si riuscisse a portare a termine questa operazione, la Campania raggiungerebbe una capacità di 925mila tonnellate: in questo modo non dovrebbe più portare neppure una tonnellata di umido fuori regione. Le incognite principali riguardano, però, le complesse procedure e, naturalmente, i tempi di realizzazione, che finiscono sempre per allungarsi. Ne è consapevole De Luca, che è infatti al lavoro per accelerare al massimo: «In alcuni Stir il compostaggio si avvierà già nel 2017. Questa è la concretezza con cui andiamo a trattare con l’Unione europea. Gli impianti più grandi saranno finanziati con 24 milioni, i più piccoli con 12 milioni. La loro costruzione è importante per l’applicazione del nuovo piano rifiuti della Regione che – ha ricordato il governatore – ha eliminato l’ipotesi di costruire nuovi termovalorizzatori. Dobbiamo lavorare tra 800mila e 900mila tonnellate di umido che oggi vengono portate fuori regione a spese dei cittadini».

Il Mattino
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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