Dieci anni fa il Pallone d’oro a Fabio Cannavaro

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Ne ha fatta di strada Fabio Cannavaro. Dalla Loggetta alla Cina. Un viaggio con scalo multiplo: Parma, Torino, Madrid e soprattutto Berlino. Lì dove ha sollevato la Coppa del Mondo da capitano della Nazionale. Nel 2006 il punto più alto della sua carriera: prima il Mondiale e poi il Pallone d’Oro. Sì, perché il 27 novembre del 2006 Fabio Cannavaro è diventato l’ultimo italiano a vincere il più importante riconoscimento personale per un calciatore. Premiato da Monica Bellucci, un’altra eccellenza italiana da esportazione. Prima di Kakà e dopo Ronadinho, a dimostrazione del fatto che nell’olimpio dei piedi buoni c’era spazio anche per la sua classe da difensore d’altri tempi.

In questi 10 anni, dominati dal dualismo Messi-Cristiano Ronaldo, nessun altro giocatore nato in Italia ci è riuscito. Buffon l’ha sfiorato nel 2015, ma dai suoi guantoni sono sfuggiti contemporaneamente la Champions (persa in finale contro il Barcellona, proprio a Berlino) ed il Pallone d’oro che di lì a qualche mese fu assegnato a Messi.

Insomma, Cannavaro sul tetto del Mondo. Ambasciatore di Napoli, nel Real Madrid come in Cina dove oggi allena una squadra che in pochi mesi ha portato dalla metà della classifica della seconda divisione alla vittoria del campionato con conseguente promozione in serie A. Sempre con il suo stile – quello che l’ha reso famoso – a testa a alta e petto in fuori. Perché nonostante i “soli” 176 centimetri di altezza, è sempre stato un gigante. Capelli lunghi come ai tempi della Primavera del Napoli o rasati a zero come nel mondiale del 2006, quella faccia da “scugnizzo sorridente” è rimasta la stessa. Umile e genuino. Sempre così, anche in questi 10 anni. Perché un Pallone d’oro ti può cambiare la carriera ma non certo la vita.

Fonte Il Mattino

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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