E’ ancora forte l’eco per i provvedimenti disciplinari adottati dal Collegio dei docenti del liceo scientifico Emilio Segrè di Marano, l’istituto occupato per nove giorni dagli studenti e sgomberato l’altro ieri dalle forze dell’ordine. La decisione di punire tutti gli occupanti, più di cento ragazzi che erano stati identificati dalla polizia e dai carabinieri, ha scatenato un vespaio di polemiche. Le reazioni dei genitori e degli stessi studenti non si sono fatte attendere, anche se per al momento i provvedimenti disciplinari, annunciati dalla preside Maria Rosaria Cetroni e dettati dalla vandalizzazione di alcune aule, non sono stati ancora notificati. Se ne parlerà la prossima settimana, ma la dirigente scolastica è ferma sulle proprie posizioni. “Dobbiamo dare un segnale forte – dice la professoressa Cetroni – quel che è accaduto al Segrè è molto grave”. Niente sconti, insomma, e linea dura per scongiurare analoghe iniziative per il futuro.
“E’ assurdo, ingiusto – ribattono alcuni studenti – Abbiamo manifestato e occupato per una giusta causa: la mancata apertura di una succursale attesa da tempo e non ancora aperta. Perché punirci? Non abbiamo fatto altro che sollecitare la Città Metropolitana, l’ente proprietario della struttura di nuova realizzazione che doveva essere inaugurato a settembre”. Le vandalizzazioni denunciate dalla preside? Per Luca e Antonio si tratta di “un’esagerazione”. “Qualche danno c’è stato e non lo neghiamo – ammettono i due ragazzi – ma nulla di trascendentale. Tra l’altro molti di quei danni sono stati causati da ragazzi esterni: teste calde che si sono intrufolate nell’istituto con il solo scopo di creare confusione”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche alcuni genitori: “I ragazzi del Segrè non sono delinquenti – scrivono sui social alcuni genitori – Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma fare di tutta un’erba un fascio è inutile e diseducativo. E poi: perché le forze dell’ordine hanno atteso tanto per sgomberare l’istituto?”.
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