Gomorra dalla A alla Z, il clan Puca: la nascita del clan, gli scontri con i Verde e la scia di omicidi

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Il clan Puca è tuttora influente nella zona Sant’Antimo-Casandrino-Grumo Nevano. Il fondatore, lo storico capo del sodalizio criminale, è stato Giuseppe Puca, classe 1955, detto o’ Giappone per i suoi lineamenti marcatamente orientali.
E’ stato uno dei luogotenenti più influenti nella NCO di Raffaele Cutolo. Nel 1981 la Nuova Famiglia gli uccide il fratello Aniello, scatenando la risposta del gruppo di fuoco del clan Puca. ‘O Giappone venne arrestato nel marzo del 1983 a Lecce, mentre era in compagnia dell’amante, in seguito a una maxi retata contro la Nuova camorra organizzata.
Puca verrà poi assolto con formula piena dalla Corte di Assise di Roma e sarà scarcerato. Venne ucciso il 7 febbraio 1989 in un agguato camorristico nei pressi di un bar di Sant’Antimo, suo paese di origine. Le ipotesi dell’omicidio sono due: si ritiene che egli avesse cercato di stringere nuove alleanze, forse con Antonio Bardellino, capo della Nuova Famiglia, che allora aveva il predomino sull’area a nord di Napoli e nel Casertano e punito dalla sua stessa organizzazione; secondo altri, invece, l’omicidio sarebbe stato eseguito dal Clan Verde, storici rivali dei Puca in quel di Sant’Antimo, ma l’agguato sarebbe stato eseguito da affiliati del clan dei Casalesi, interessati alla zona di Sant’Antimo e dintorni.
Le redini del clan passarono a suo cugino, un omonimo, però anche quest’ultimo, nel marzo 1994 fu attirato in trappola da elementi del clan dei Casalesi insieme con Domenico Guerra. I due furono strangolati con una corda all’interno di un appartamento di Casal di Principe e i loro cadaveri furono gettati in un pozzo di aperta campagna – secondo le rivelazioni di collaboratori di giustizia – e non furono mai ritrovati per gli interventi edilizi compiuti nella zona.
Il successore Pasquale Puca, detto “Pasqualino o’ minorenne”, imprenditore e nipote di Giuseppe o’ Giappone, sara’ accusato di essere il mandante dell’omicidio di Francesco Verde detto o’ negus, ma la sentenza sarà annullata.
La Corte di Cassazione cancellò la condanna all’ergastolo emessa in primo e secondo grado nei confronti dell’uomo che il 28 dicembre 2007 inviò i killer ad uccidere il sanguinario capo della cosca dei Verde, all’epoca in contrapposizione con i Puca.
Francesco Verde fu ucciso in un agguato nel corso del quale fu ferito anche il nipote Mario ‘o tipografo, all’epoca 32enne. Ad inchiodare Puca furono le indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna supportati dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. In manette finirono tre persone: Ferdinando Puca (cugino di pasquale o’ Minorenne), Vincenzo Marrazzo, soprannominato “Enzuccio l’elettrauto”, diventato poi pentito, e Pasquale Puca, detto Pasqualino “’o minorenne” come mandante.
L’uccisione di Francesco Verde fu decisa anche per vendicare l’agguato avvenuto l’anno prima contro Antonio Marrazzo, fratello minore di Vincenzo, che al momento era il reggente del clan. Francesco Verde era il boss del clan camorristico attivo nei comuni di Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano, nell’hinterland napoletano. Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta la cosca di Verde si contrappose alle “famiglie” dei Puca e dei Ranucci, uno scontro che provocò numerosi omicidi.
Soprannominato ‘o Negus per la sua carnagione scura, Verde fu coinvolto in diverse inchieste su omicidi e traffico di stupefacenti. Negli ultimi periodi si vocifera anche di un pentimento di Ferdinando Puca, cugino del boss Pasqualino e presunto esecutore materiale dell’omicidio del boss Verde o’ Negus. Alcuni collaboratori di giustizia, inoltre, hanno dichiarato che Pasquale ‘o minorenne aveva rapporti amichevoli pezzi da novanta della politica locale.
© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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