Clan Lo Russo, ridotta di quindici anni la pena a Pecorelli

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Pena ridotta di quindici anni. Il capo d’imputazione principale per Oscar Pecorelli, che era quello di affiliazione al clan Lo Russo, è stato smontato dalla difesa. La condanna definitiva passa così da ventinove anni a quattordici. Pecorelli fu arrestato, nel 2010, nello stesso periodo della cattura di Antonio Lo Russo. Quest’ultimo fu scovato a Nizza (l’ultima parte della latitanza). Il dispositivo della sentenza, della prima sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, ha accolto la richiesta dell’avvocato Domenico Dello Iacono difensore di Pecorelli.

Due sono i processi che riguardano la famiglia del quartiere di Miano, soprannominata «Capitoni», ed in particolare il boss Antonio Lo Russo.

Tutto ebbe inizio con le dichiarazioni del super pentito, il ras degli scissionisti, Biagio Esposito. Quest’ultimo indicò anche Pecorelli nella parte attiva del sistema criminale dei Lo Russo con gli Amato-Pagano. «Presidente, il mio assistito non ha mai avuto rapporti di affiliazione né con Antonio Lo Russo né con i suoi collaboratori: Salvatore Silvestri e Quagliarella. Neanche con gli scissionisti perché non sussistono prove. La droga l’acquistava per sé e non più di due chilogrammi. Quindi le dichiarazioni non offrono un quadro probatorio assoluto e completo per definire Pecorelli il super fiduciario di Antonio Lo Russo». È questa la parte sostanziale dell’arringa dell’avvocato Dello Iacono.

Quindi l’asse tra Cesare Pagano e Antonio Lo Russo – che era il vero potentato criminale – aveva come obiettivo prioritario il traffico internazionale di droga. Mentre Oscar Pecorelli era solo un piccolo acquirente autonomo, che gestiva da solo i suoi rapporti per la vendita delle sostanze stupefacenti.

Mario Conforto

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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