L'angolo dello psicologo. Quando l'amore cede il passo alla noia. Cosa fare?

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Gentile dottore, dopo 2 anni di una convivenza molto voluta e attesa, per motivi legati alla separazione dai nostri precedenti partner, il mio compagno e io siamo ormai inseriti in una routine che definirei “senza scampo”. Infatti dopo gli entusiasmi iniziali siamo entrati in uno schema di vita abitudinario e ripetitivo che si riflette in incontri sessuali  privi di emozione, stanchi. Ne soffro molto,  ma pare che sia un problema solo mio. Lui infatti si rifiuta di affrontare il problema e minimizza una condizione di noia consolidata che mi rende triste,  specie se ripenso alla passione vissuta prima. Non mi rassegno, non sopporto questo rassicurante soffocante uomo che ho accanto, non lo riconosco più e mi sembra impossibile che sia la stessa persona di cui mi sono innamorata.

Emilia (Mugnano)

All’improvviso sembra di non riconoscere più la persona che ci vive accanto, di non amarla più,  e si scoprono aspetti negativi, difetti, difficoltà di comunicazione. La presenza prima desiderata diventa insopportabile e un senso di oppressione attanaglia.  Al contrario dell’amore che nasce nel segno della mancanza dell’altro, che quando non c’è si presentifica in altri modi, si prova estraneità e fastidio. Perché succede? Non è più la stessa persona o non è più quella che ci aspettavamo che fosse? È cambiata a tal punto da non farsi più riconoscere? La disillusione costringe a guardare con gli occhi della realtà e questa non corrisponde affatto alle forme idealizzate che si disegnano nelle fasi di innamoramento. La vita in comune fa cadere la maschera ed emergono comportamenti e caratteristiche che prima sicuramente non venivano percepiti. Ma l’amore non è legato solo all’idealizzazione, perché sarebbe sintomo di altro. La crisi può avere un suo spazio all’interno della vita di coppia,  come nel singolo, può presupporre anche un aspetto positivo,  se considerato come fatto transitorio,  collegato alla crescita,  al cambiamento,  alle aspettative.  La crisi,  affrontata in maniera giusta,  potrebbe rappresentare il punto da cui partire per altri obiettivi e con nuove modalità. Una di queste potrebbe essere una nuova forma di comunicazione,  non fondata sul pregiudizio,  ma sulla riflessione di quello che sta succedendo. Se l’amore è un pericolo da correre in due, deve andare oltre l’aspetto individuale,  oltre le difese personali, per cominciare ad affidarsi all’altro, che solo nel momento in cui si sentirà riconosciuto sarà pronto a sfidare tutto, anche le proprie paure.

Raffaele Virgilio, psicologo e psicoterapeuta

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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