I luoghi del cuore. Se il mare non bagnasse Napoli: tra contraddizioni e panorami una città da amare

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Scrisse Goethe nel suo Viaggio in Italia: “Napoli è un paradiso dove ciascuno vive in una sorta d’ebbrezza obliosa. Così è per me; non so riconoscermi, mi par d’essere un altro. Ieri pensavo: “O eri matto prima, oppure lo sei adesso”. Il viaggio a Napoli è sempre così, ti irretisce il panorama con la sua bellezza che, voltato un angolo e scendendo una scala, sa stupire, cogliere di sorpresa il viandante, mostrando una fascino mozza fiato. Ti stordiscono il traffico e i rumori, le strade parzialmente occupate dai lavori della metropolitana, la più bella d’Europa, la presenza delle attività criminali e del incuria nascosta, che pure esiste e richiama l’attenzione sulle emergenze sociali. Così la città sopravvive, antica capitale, pulsante di passioni, a sé stessa, sotto l’ombra del suo grande Vesuvio,  tra letteratura e arte, tra degrado e primati gastronomici, tra storia illustre e delitti di camorra.

Da Boccaccio a Saviano, attraverso scrittrici come Matilde Serao e Annamaria Ortense, fino a Mastriani e De Giovanni, Perrella e tanti altri, è una città di ispirazioni letterarie, amata da scrittori e artisti; ha affascinato uomini illustri, ha conservato il ricordo dei suoi grandi filosofi, Vico e Croce,  è stata amata, per i suoi scorci meravigliosi, i colori del mare, caldi e brillanti, per i suoi monumenti e gli antichi palazzi; è stata ridotta a brandelli, Malaparte e Gomorra ne mostrarono e ne mostrano un degrado senza appello. Il male della città è dii remote origini,  descritto in maniera efficace anche delle arti figurative, che pure hanno raggiunto dei vertici assoluti: ricordate le  Sette opere di Misericordia di Caravaggio, nella quale Napoli è descritta come un dedalo inestricabile di vicoli pericolosi, frequentati da ceffi patibolari e sguaiate meretrici? o le precise documentazioni dal vivo di Micco Spadaro, illustratore di eventi tumultuosi: peste, rivolte e catastrofi naturali?

Eppure a Posillipo, la sinuosa forma del golfo offre una vista così tranquilla, ci mostra terrazze di bouganville, ville nobiliari e dimore serene, un tempo di pescatori; l’interminabile passeggiata di Chiaia,  e silenzi “incantatori” tra  gli scogli della Gajola. “Tutti coloro erano felici d’abitare in quei luoghi; alcuni affermavano che senza la vista del mare sarebbe impossibile vivere. A me basta che quell’immagine rimanga nel mio spirito, e tornerò volentieri, quando sarà il momento, nel mio montuoso paese”. (Goethe) L’antica Partenope, costantemente sedotta e tradita, sottomessa, ma che ha sempre saputo ammaliare il vincitore, e risollevarsi dal destino avverso,  è nel cuore di tutti, anche di coloro che ne vedono la profonda verità e, se ne  provano strazio, sanno che non rimarrà senza conforto.

© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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