Scandalo Pip, quando l’ispettore del Ministero delle finanze scriveva: “Il Comune ha regalato soldi ai Cesaro”

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L’ispettore del ministero delle Finanze Vita Tatò arrivò al Comune di Marano nell’anno 2009. Tra le numerose situazioni analizzate durante i suoi due mesi di permanenza negli uffici dell’ente, tutte annotate nella relazione finale inviata al Ministero e alla Corte dei conti, figura anche la vicenda Pip. In particolare Tatò focalizzò la propria attenzione sul finanziamento (4 milioni di euro) per le opere di urbanizzazione (fogne, impianti e quant’altro) richiesto dal Comune alla Regione e utilizzato dalla Cesaro costruzioni. Soldi che avrebbero dovuto determinare un abbassamento dei costi per l’acquisto dei capannoni, che non si sa come siano stati spesi e che non sono mai stati rendicontati alla Regione.

Scrive Tatò nella sua relazione: “Appare evidente che il contributo messo a disposizione dal Comune non potesse essere qualificato alla stregua di un corrispettivo per un’opera predeterminata, in quanto al momento della deliberazione relativa alla spesa dell’opera non era stato redatto alcun progetto esecutivo. Va ricordato che la progettazione delle opere è a carico del concessionario. L’ente insomma, violando l’articolo 3 comma 16-18 dell’articolo 350/03, sanzionato ai sensi dell’articolo 30 comma 15 della legge 289/02, avrebbe fatto ricorso all’indebitamento per il finanziamento di spese non di investimento. Così come appare va configurato come un contributo in conto capitale in favore di un’azienda privata”.

In altri passaggi Tatò, pur evidenziando che il Comune ha apportato in un secondo momento una serie di modifiche alla convenzioni, tali da renderle più rispondente alle normative regionali, sottolinea: “Considerato che tutti gli oneri relativi alla realizzazione dell’investimento dovevano essere realizzati dalla Iniziative industriale di Sant’Antimo, con le modifiche attuate sembra che sia stato posto a carico del Comune una parte del costo dell’opera che doveva invece gravare sul concessionario”. E ancora, formulando una seconda ipotesi: “Nel quadro economico dell’opera sono stati inseriti ulteriori lavori, inizialmente non previsti. Tali opere sarebbero state affidate al concessionario senza il necessario espletamento di un bando ad evidenza pubblica”.

© Copyright 2016 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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